Il Fatto Quotidiano

“Il Recovery plan per il nostro Paese”

Il premier alla vigilia di Bruxelles

- Giuseppe Conte

Sono giorni importanti. Oggi la Commission­e europea annuncerà la sua proposta di Recovery Plan. L’Italia deve farsi trovare pronta all’appuntamen­to.

Oggi il piano Ue Ma su appalti, digitale, giustizia, scuola e fisco servono riforme profonde

Sono giorni importanti. Il piano di intervento europeo sta assumendo la sua fisionomia definitiva. Oggi la Commission­e europea annuncerà la sua proposta di Recovery Plan.

L’Italia deve farsi trovare pronta all’appuntamen­to. Deve programmar­e la propria ripresa e utilizzare i fondi europei che verranno messi a disposizio­ne varando un “piano strategico” che ponga le basi di un nuovo patto tra le forze produttive e le forze sociali del nostro Paese.

Questo è il momento per alzare la testa e volgere il nostro sguardo al futuro.

Abbraccian­do questa prospettiv­a, con coraggio e visione, trasformer­emo questa crisi in opportunit­à.

Ci sono alcune azioni fondamenta­li per recuperare il divario di crescita economica e produttivi­tà, nei confronti degli altri Paesi europei, che ci ha caratteriz­zato soprattutt­o negli ultimi vent’anni.

A) Siamo al lavoro per la modernizza­zione del Paese. Introdurre­mo incentivi alla digitalizz­azione, ai pagamenti elettronic­i e all’innovazion­e. Dobbiamo sollecitar­e la diffusione della identità digitale, rafforzare l’interconne­ssione delle banche dati pubbliche e approvare un programma per realizzare al più presto la banda larga in tutto il Paese.

L’emergenza che stiamo vivendo ci ha imposto lo smart working e la didattica a distanza quando non eravamo affatto preparati. Dobbiamo trarre il positivo di questa esperienza e varare un complessiv­o piano che ci aiuti a colmare il divario digitale facendo in modo che l’accesso alle nuove tecnologie sia alla portata di tutte le co muni tà territoria­li e di tutte le tasche. B) Dobbiamo moltiplica­re gli strumenti utili a rafforzare la capitalizz­azione e il consolidam­ento delle imprese, anche al fine di sostenere l’attività delle filiere produttive nella fase di ripresa, con particolar­e riguardo a quelle in maggiore sofferenza. Dobbiamo favorire le innovazion­i da parte delle start up e rilanciare misure già introdotte con successo come ACE e Impresa 4.0, rendendole struttural­i. C) Occorrono una decisa azione di rilancio degli investimen­ti pubblici e privati e una drastica riduzione della burocrazia. Potremo utilizzare le risorse europee per realizzare le infrastrut­ture strategich­e del Paese, a partire dalle grandi reti telematich­e, idriche ed energetich­e. Le opere pubbliche vanno sbloccate anche per mezzo di un intervento normativo a carattere temporaneo, su cui il governo sta già lavorando. Avremo cura di salvaguard­are i presidi di legalità e i controlli, per contrastar­e gli appetiti delle organizzaz­ioni criminali, ma dovremo accelerare le procedure e gli iter autorizzat­ivi. Introdurre­mo misure che valgano a realizzare una rivoluzion­e culturale nella pubblica amministra­zione. I funzionari pubblici, pur in un’ottica di rigore e trasparenz­a, devono essere incentivat­i ad assumersi le rispettive responsabi­lità. Faremo in modo di evitare che sui funzionari onesti gravi eccessiva incertezza giuridica, ad esempio circoscriv­endo più puntualmen­te il reato di abuso d’ufficio e la medesima responsabi­lità erariale.

D) Occorre una graduale ma decisa transizion­e verso un’economia sostenibil­e, legata al green deal europeo, che nel caso del nostro Paese si deve associare a nuove forme di tutela e promozione del territorio e del patrimonio paesaggist­ico e culturale. La transizion­e energetica rimane una priorità italiana ed europea: forse troveremo un vaccino per il virus ma sicurament­e non ce n’è uno per il cambiament­o climatico.

E) D obbi amo puntare su un grande investimen­to per il diritto allo studio e per l’innovazion­e dell’offerta formativa, affinché l’Italia sia tra i primi posti in Europa per giovani con titoli di studio universita­rio. Questi interventi vanno collegati a un grande piano di ricerca pubblico/privato sulle sfide del futuro: tecnologie digitali, transizion­e ecologica, medicina personaliz­zata, inclusione e benessere sociale, per rilanciare la competitiv­ità del nostro sistema economico-sociale e creare nuova impresa con start up e spin-off.

F) È necessario abbreviare i tempi della giustizia penale e della giustizia civile. Il codice civile è stato varato nel 1942 e ha attraversa­to tutti questi anni senza una riforma organica. Tutti e tre questi progetti di riforma sono ora in Parlamento. Invito i gruppi parlamenta­ri a confrontar­si con la massima speditezza. Possiamo migliorare il diritto societario introducen­do modelli di

governance più snelli ed efficienti, che potranno rendere più competitiv­o il nostro ordinament­o giuridico e potranno attirare più facilmente investitor­i italiani ed esteri.

G) Introdurre­mo una seria riforma fiscale. Non possiamo più permetterc­i un fisco iniquo e inefficien­te. L’attuale disciplina fiscale è un dedalo inestricab­ile. Sono cinquant ’anni che non si interviene più con una riforma organica, ma ci si affida a interventi che operano sovrapposi­zioni e stratifica­zioni. Dobbiamo avere il coraggio di riordinare il sistema delle deduzioni e delle detrazioni: l’equità e la progressiv­ità del sistema tributario passano anche da questo intervento. Dobbiamo fare pulizia, distinguen­do i debiti recuperabi­li da quelli che non lo sono e rendere più trasparent­e la giustizia tributaria.

Queste azioni costituira­nno la struttura portante del nostro Recovery plan.

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