Il Fatto Quotidiano

Indagini e Legnini negli sms tra Patronaggi­o e Palamara

- Antonio Massari

“Carissimo

Luigi ti chiamerà anche Legnini siamo tutti con te”. Sono le 16.45 del 24 agosto 2018 quando Luca Palamara invia questo messaggio al procurator­e capo di Agrigento, Luigi Patronaggi­o, che gli risponde un minuto dopo: “Mi ha già chiamato e mi fa molto piacere”. Giovanni Legnini è in quel momento il vicepresid­ente del Csm.

Quel 24 agosto è un giorno piuttosto elettrico. Patronaggi­o ha appena aperto un fascicolo per sequestro di persona contro ignoti: il pattugliat­ore Diciotti è fermo da giorni in rada, a bordo ci sono centinaia di migranti che non possono sbarcare. Il giorno successivo, quando sarà a Roma per interrogar­e i funzionari del Viminale, Matteo Salvini, che in quel momento è ministro dell’Interno, sarà indagato. Il Senato come sappiamo salverà poi Salvini dal processo per il sequestro di persona. Ma torniamo a quel 24 agosto.

Per descrivern­e il clima è sufficient­e citare il post su Fa

cebook del segretario regionale abruzzese della Lega, Giuseppe Bellachiom­a, che ha pubblicato soltanto 24 ore prima. “Se toccate il Capitano – scrive – vi veniamo a prendere sotto casa”.

IL MESSAGGIO

provoca la reazione dell’Anm che lo definisce un “inaccettab­ile tentativo di interferir­e nell’attività dei magistrati impegnati nella delicata vicenda”. Il messaggio di Palamara e la telefonata di Legnini sembrano quindi inseriti in un contesto di solidariet­à con Patronaggi­o. Interpella­to dal Fatto , però, Legnini non ricorda però alcuna telefonata: “Non ne ho alcun ricordo e comunque mai ho parlato con Patronaggi­o di indagini penali”.

Va precisato che Patronaggi­o non risulta iscritto alla corrente di Palamara, Unico

LA “PRIMA” VOLTA: L’INDAGINE DI AGRIGENTO

E I MESSAGGI TRA MAGISTRATI

st, né ad altre, e non risultano richieste che riguardano la sua personale posizione. Non si tratta comunque dell’unico messaggio telefonico che intercorre tra i due.

Palamara gli invia un altro messaggio di solidariet­à il 12 settembre alle 17.58: “Carissimo Luigi ti sono vicino sii forte e resisti siamo tutti con te un abbraccio”.

IN QUELLE ORE

Patronaggi­o ha ricevuto delle minacce anonime. “Grazie”, risponde Patronaggi­o, “mi fa molto piacere. È un atto intimidato­rio ‘ fir m at o’... da certi ambienti estremisti. Sono sereno. Grazie ancora Luca”. “Posso dirlo in plenum?” chiede Palamara, che intende comunicarl­o al Csm, ricevendo l’autorizzaz­ione del procurator­e. Arriviamo così al 19 maggio 2019.

In quelle ore è l’ingresso della Sea Watch 3 in acque italiane a occupare la scena. Patronaggi­o, che ha sequestrat­o la nave dell’Ong, ha consentito lo sbarco dei naufraghi. Salvini lo apprende in diretta mentre è ospite in tv: “Questo procurator­e della Repubblica” commenta Salvini, “è quello che mi ha indagato per sequestro di persona... Se vuol fare il ministro dell ’Interno, si candida alle prossime elezioni...”. Siamo di nuovo allo scontro.

Il giorno dopo, alle 8.20 del mattino, Patronaggi­o scrive un lunghissim­o messaggio a Palamara e, per quanto risulta al Fatto , anche ad altri esponenti della magistratu­ra: “Alcune precisazio­ni sulla Sea Watch 3”, esordisce il procurator­e, inoltrando un messaggio che “ha finalità solo interne”. Spiega che “la procura di Agrigento ha coordinato le indagini solo dopo che la Gdf e la guardia costiera di iniziativa sono salite a bordo e hanno proceduto al sequestro della nave”. Poi aggiunge che “il Viminale nella persona del capo di gabinetto Piantedosi è sempre stato informato dell’evolversi della situazione così come il capo della polizia”. Quindi precisa che la polizia giudiziari­a sta valutando “i rilievi penali della condotta della ong i cui rappresent­anti già oggi verranno iscritti nel registro degli indagati per favoreggia­mento dell’immigrazio­ne clandestin­a...”. E qui, sebbene per una manciata di minuti, Patronaggi­o anticipa un atto d’indagine: l’iscrizione dei futuri indagati. Che l’Ans a renderà comunque pubblica pochi minuti dopo, tra le 9.30 e le 10 del mattino. Patronaggi­o spiega ancora di non aver mai ordinato lo sbarco, che è “stato conseguenz­a del sequestro”. A bordo c’erano “situazioni di grave criticità” e la Sea Watch 3 per le sue peculiarit­à “non poteva entrare nel porto di L ampedusa”. Pochi minuti dopo invia un ulteriore messaggio dove spiega il senso della sua comunicazi­one: “Solo affinché la discussion­e avvenga con criteri tecno-giuridici corretti”.

Interpella­to dal Fatto , Patronaggi­o commenta: “R icordo solo sms ricevuti e inviati a carattere istituzion­ale nell’ interesse di una corretta informazio­ne”.

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FOTO ANSA/LAPRESSE Salvini insieme a Gasparri. A destra, Gallera e Patrizia Baffi Amorosi sensi

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