Il Fatto Quotidiano

Scambio sul virus Lombardia, la Lega sceglie la renziana amica di Gallera

- Wanda Marra e Marco Pasciuti

Alzare il prezzo, ogni giorno, ogni ora. Ricattare, minacciare, trattare a 360 gradi. Usare il filo con Matteo Salvini contro Giuseppe Conte. Abbandonat­a l’idea di recuperare il consenso perduto, Matteo Renzi ha tutte le intenzioni di far pesare i seggi in Parlamento. La strategia non è nuova, ma ieri lo scambio è forte. Mentre a Roma Iv sceglie di non votare in Giunta del Senato l’autorizzaz­ione per il processo a Salvini, in Lombardia la renziana Patrizia Baffi viene eletta a capo della commission­e d’ i nchiesta sulla sanità lombarda (posto che spetta all’o pp o s iz i one) con i voti della Lega e di tutto il centrodest­ra. Due omicidi senza impronte, che maturano nella notte. Fino a lunedì sera, in Senato Iv era indecisa. E la Baffi rifletteva, mentre Salvini si agitava in Regione.

A PALAZZO MADAMA

Davide Faraone giustifica la scelta (non decisiva per il risultato) con la necessità di un supplement­o di indagine. Il voto finale sarà in Aula entro il prossimo mese. In realtà serve un supplement­o di negoziato. L’ex premier (che sta zitto) vuole posti nelle Commission­i e ricordare al premier che i suoi voti sono determinan­ti. Ma accarezza anche altri progetti. Racconta chi a Firenze lo conosce da sempre: “Matteo vuol fare il ministro delle Infrastrut­ture, per questo ha messo nel mirino Paola De Micheli”. Un ministero lo vuole pure Maria Elena Boschi. Ecco che l’ex premier ricomincia a flirtare con Salvini, negli ultimi tempi un po’ trascurato. L’idea di arrivare a un progetto comune con il leader della Lega non l’ha mai abbandonat­a. Ma soprattutt­o continua a lavorarci Denis Verdini, che continua un rapporto intenso con il Matteo di Firenze e ne ha stretto uno quasi familiare con quello di Milano, visto che è il fidanzato della figlia, Francesca. Dice un verdiniano doc: “Pure se Renzi volesse far cadere il governo, i suoi senatori non lo seguono. La strada è lunga per una convergenz­a tra i due. Alle Regionali dobbiamo andare separati”. Imperativi rivelatori.

Ma intanto la Baffi viene eletta a capo della commission­e d’inchiesta sulla sanità regionale. Ai danni del candidato ufficiale, quello del Pd, Jacopo Scandella. Il personaggi­o ha già mostrato l’attitudine a cambiare idea: di Codogno, eletta a Lodi con il Pd, è passata a Iv con la scissione. Ma i suoi rapporti con Giulio Gallera (di cui non ha votato la sfiducia) e Attilio Fontana, sono strettissi­mi.

Mentre M5S grida allo scambio, il Pd denuncia la volontà della Lega di coprire la verità e annuncia una Commission­e ombra, Ettore Rosato, coordinato­re nazionale di Iv, chiede le dimissioni della neo eletta. Che sparisce tutto il giorno e a sera afferma di non averne alcuna intenzione. Ma lei, che molti vedono già con un piede nel Carroccio, non muove passo senza consultars­i con lui. “Rosato sapeva che la Baffi si sarebbe candidata, me lo ha detto lei. Poi quando scoppia la polemica fa finta di non sapere nulla. E Rosato non è uno che fa politica da ieri”, racconta il consiglier­e regionale Dario Violi dei 5S. I renziani a Roma, intanto, sminuiscon­o: “Era lei che aveva firmato per la commission­e d’inchiesta. Nulla di strano che si sia candidata”. Appunto. Altro che scandalo per Iv.

BAFFI (IV) NON AVEVA VOTATO LA SFIDUCIA ALL’ASSESSORE

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