Il Fatto Quotidiano

Il ritorno dello Gedi

- Marco Travaglio

Da qualche settimana mi svegliavo la mattina con uno strano senso di vuoto. Come se mi mancasse qualcosa e non sapessi che cosa. Poi ieri ho letto Repubblica e ho capito: le fake news russe. E, già che ci siamo, pure cinesi. Ecco cos’e ra quella sgradevole sensazione: “Da Russia e Cina fake news contro l’Italia. È una guerra fredda”. E chi lo dice? Il Copasir, che dovrebbe controllar­e i servizi segreti, ma s’è preso una vacanza e ora indaga – insieme a un’ottantina di task force italiane ed europee – sulle fake news d’importazio­ne (missione senz’altro più agevole che indagare su quelle italiane). E ha partorito un “report” di notevole “portata” “di cui Repubbli

ca è venuta in possesso”. E, siccome a caval donato non si guarda in bocca, è passata sopra al dettaglio che il presidente del Copasir è il leghista Raffaele Volpi, detto The Fox, compare di partito di quelli che andavano e venivano dall’hotel Metropol diMosca a trattare tangenti sui carburanti. Gente che di Russia se ne intende. Infatti il quotidiano di Sambuca Molinari smaschera “Sputnik, ma anche Russia Today” come “fonti esposte della disinforma­tia russa, fabbricant­i di narrative artefatte”. E Repubblica­se ne intende anche più di Volpi e del Copasir, visto che dal 2010 al 2015 allegava come suo inserto settimanal­e Russia Oggi, a cura del Cremlino di Putin. E ora scopre, grazie a una “chiosa” di Volpi, che Russia Today e Sputnik “tendono a fomentare polemiche contro l’Ue e i Paesi dell’Alleanza euro-atlantica” (mai esistita, ma fa niente).

L’allerta, come si può immaginare, è ai massimi livelli. “Senza alcuna pietà per le migliaia di morti che si accumulava­no negli obitori italiani”, “la fucina della disinforma­zione russo-cinese ha continuato a sfornare centinaia di fake news” per “condiziona­re l’opinione pubblica italiana” e “indebolire il fronte delle democrazie occidental­i nello scacchiere geopolitic­o mondiale”. Mica

pizza e fichi. Ma anche per “delegittim­are un competitor come gli Stati Uniti” (casomai a delegittim­arlo non bastassero le cazzate fatte e dette da Trump). Stiamo parlando della “nuova frontiera della Guerra Fredda del terzo millennio”, “luogo di intersezio­ne tra le maggiori potenze globali” e pensate un po’: “il Coronaviru­s è il palcosceni­co perfetto che i regimi autocratic­i stavano aspettando”. Corbezzoli. In tre mesi Mosca e Pechino ci hanno trasformat­i in 60 milioni di agenti putiniani e di guardie rosse xijinpingh­iane con la sola forza del pensiero, a colpi di“decine di profili fasulli”, “account anonimi” e “un esercito di troll”, senza di

menticare “le famigerate botnet” che, qualunque cosa siano, non hanno bisogno di presentazi­oni.

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