Da 25 a 40 mln: lo strano appalto della giunta Sala
Guai in vista per il Comune di Milano e per il sindaco Beppe Sala. Il 27 aprile negli uffici dell ’Autorità nazionale anticorruzione (Anac) è arrivato un dossier che segnala criticità su un appalto da 39.466.275 milioni per un anno. Il fascicolo è in mano anche al Comitato per la legalità e la trasparenza del Comune presieduto dall’ex pm Gherardo Colombo. Non poca cosa. Soprattutto perché non si tratta di un appalto ma della rinegoziazione di un contratto in scadenza a cui segue un affidamento diretto sopra soglia alla Engie Servizi Spa, ex Cofely, multinazionale francese già affidataria dell’appalto precedente e che nel 2019 è stata sanzionata con 38 milioni dall’Autorità garante della concorrenza e del mercato (Agcm), sentenza ora impugnata al Tar.
L’ AFFIDAMENTO segnalato all ’Anac viene portato avanti nelle delibere di giunta in modo urgente a causa del Covid. E questo nonostante da anni il Comune sapesse della scadenza al 15 aprile. Il procedimento è stato seguito dal capo della direzione tecnica e sovrinteso dal direttore generale di Palazzo Marino Christian Malangone, uomo di fiducia di Sala, già dg di Expo. Al centro c’è il cosiddetto “appalto calore” da 221 milioni per 7 anni che riguarda i servizi energetici di 650 immobili comunali. La partita viene assegnata il 14 aprile 2013. A gestirla c’è sempre la francese Engie servizi Spa vincitrice del bando Consip Sie 2. Fin da allora si sapeva la scadenza dell’appalto. Il Comune però pare accorgersene solo a metà marzo con Milano in piena pandemia. Si legge nella segnalazione all’Anac: “Le motivazioni addotte per astenersi dal tempestivo compimento di idonee procedure di gara sono imputabili all’inerzia del Comune che non è stato in grado di attivarsi in sette anni di durata contrattuale”. E questo nonostante il contratto rientrasse nei bandi Consip, il Sie 3 aggiudicato nel 2016 alla Siram e attivato il 5 febbraio scorso. La Siram oggi annuncia ricorso al Tar. Vi è dunque “una illegittima estensione contrattuale a diretto danno della concorrenza e dei cittadini”. La non adesione alla convenzione Consip viene spiegata dal Comune perché non adeguata alle necessità. Già nel 2019 l’amministrazione sul contratto in essere delibera un extra budget per lavori di manutenzione “sicché – si legge nel documento – già allora l’Ente aveva contezza che il precedente contratto aveva una incapienza econ omica”. Siram in una lettera al Comune sottolinea come l’affidamento diretto sia sopra “le soglie comunitarie”. Solo l’11 marzo il Comune si attiva. Lo fa, si legge nel dossier inviato all’Anac, “con gli attuali appaltatori per ricevere una nuova offerta per la prosecuzione contrattuale, a quel punto quale unica opzione possibile, ma di fatto autoprodotta”. Torniamo agli oltre 39 milioni. La cifra rappresenta una annualità del contratto aumentata di 15 milioni. La segnalazione all’Anac si concentra in particolare sugli ultimi 7 milioni aggiuntivi. Due le voci: installazione di termovalvole e metanizzazione. Secondo la Direzione tecnica al giugno 2019 le termovalvole da sostituire erano 15.678 contabilizzate a 36,36 euro l’una. “Viceversa – si legge nel documento - , nella rinegoziazione la stessa voce viene indicata in 3 milioni con una modifica abnorme e ingiustificata. Si passa del costo unitario di euro 36,36 a euro 191,35 di marzo 2020”. Il secondo capitolo riguarda la conversione a metano di impianti a gasolio. Al maggio 2019 erano 26. Quell’anno il Comune stanzia 1,25 milioni per riconvertirne 13. In 12 mesi, nella delibera che riguarda la rinegoziazione con Engie il costo degli altri 13 impianti sale a 3,3 milioni con il prezzo per impianto che passa da 90mila a 250mila euro.
IL RINNOVO IL COSTO È SALITO DA 25 A 40 MILIONI ANNUI