Il Fatto Quotidiano

Alzano: Gallera e Fontana chiamati dai pm

- DM

Dopo il direttore generale della sanità lombarda Luigi Cajazzo, ora tocca al governator­e della regione più colpita dal Covid spiegare davanti alla procura di Bergamo i motivi della mancata chiusura del pronto soccorso di Alzano Lombardo la sera del 23 febbraio dopo la conferma dei primi due contagiati. Attilio Fontana è stato convocato nei prossimi giorni dal procurator­e facente funzione Maria Cristina Rota che da settimane indaga per epidemia colposa. Con lui anche l’assessore al Welfare Giulio Gallera finito nella bufera dopo alcune gaffe sui numeri di replicazio­ne del contagio. Il fascicolo è a modello 44 cioè senza indagati. Fontana e Gallera saranno sentiti come persone informate sui fatti. Ma certo la mossa della magistratu­ra alimenta ancora di più il già incandesce­nte clima politico con le opposizion­i che spingono per commissari­are la sanità lombarda e il suo assessore che di fatto è già stato messo sotto tutela dalla sua maggioranz­a. Fontana dovrà spiegare il perché dai vertici della Regione la sera del 23 febbraio arrivò l’ordine di non chiudere l’ospedale che poi si rivelerà uno dei volani del contagio nella provincia di Bergamo, tra le più colpite in Europa. Fontana non risulta indagato. Ma certo il momento non è dei più facili dopo i volantini di minaccia firmati dai Carc e la scorta decisa due giorni fa dalla Prefettura di Varese. La mossa della Procura una volta di più solleva forti dubbi sulla gestione dell’emergenza da parte della Regione. L’indagine non si occupa solo della mancata chiusura dell’ospedale, ma vuole fare luce anche sulle morti nelle Rsa e soprattutt­o sul perché la Regione, potendolo fare, non ha deciso il 6 marzo di rendere i comuni di Nembro e Alzano zona rossa come era già avvenuto per il Basso lodigiano. Quella, va ricordato, fu però una decisione diretta del governo. Già nelle scorse settimane il Nas di Brescia si era presentato in Regione per acquisire i protocolli per l’emergenza. In quel frangente il dg Cajazzo era stato sentito per ore. Audizione poi ripetuta negli uffici della Procura. Nei giorni scorsi il procurator­e Rota ha sentito anche i vertici della direzione generale dell’Asst Bergamo Est Francesco Locati e Roberto Cosentina. Lo stesso Cajazzo ha già riferito di aver preso la decisione di tenere aperto in modo collegiale e dopo l’assicurazi­one della sanificazi­one dei locali. Sanificazi­one confermata da Gallera ma smentita in modo chiaro dalle testimonia­nze di molti infermieri. Il direttore del presidio Giuseppe Marzulli aveva invece inviato una lettera all’Asst chiedendo la chiusura. Cosa che non avvenne. Da quel 24 febbraio in poi l’ospedale divenne un moltiplica­tore di contagi che si sono poi diffusi in tutta la provincia provocando una percentual­e di mortalità di oltre il 500% rispetto al 2019. Di questo, dovrà riferire il governator­e non poco in difficoltà davanti alle critiche, ma anche davanti ai numeri che ieri sono tornati a salire a cifre da fase uno. Con Bergamo che ha segnato il 50% dei contagi.

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Nella bufera Il governator­e Fontana

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