Il Fatto Quotidiano

“Riapro i cinema e le discoteche Crisanti, basta tv”

- LUCARELLI

Celebrato come il nuovo Messia che trionfa su epidemie, sondaggi e avversari, Luca Zaia ha una sola richiesta: evitare paragoni con la Lombardia. “Sarebbe come discutere su come si pilota un aereo: dipende dalle turbolenze in volo”. E ha detto tutto.

Come la vive questa sorta di idolatria?

Da piccolo, l’aia dei miei nonni era strapiena di bambini, mia mamma ha 11 fratelli, mia nonna ne aveva adottati sei.

Una situazione un po’ da terroni, io glielo lo dico.

Ci sta, veniamo tutti dalla terra.

Che c’entra l’idolatria con la famiglia numerosa?

Mi ha insegnato a conoscere le dinamiche umane, i ritmi della vita. Sono stato allevato meno in cattività di qualcun altro.

E quindi?

Sallustio diceva che dopo la gloria arriva l’invidia. Penso al concetto del quando il consenso è così alto sei già alla domenica sera. Sabato del villaggio:

Chi la invidia?

Di spilli piantati sulla mia sagoma ce ne sono un bel po’.

Normale, è un uomo di potere.

Sono un uomo di responsabi­lità. La parola potere mi fa paura perché vivere per il potere è qualcosa di patologico.

Come sta il Veneto?

In salute. La sanità l’ho disegnata in questi 10 anni con molte riforme. I miei veneti, quando era

off limit recarsi in un ambulatori­o, non avevano bisogno di andare dal medico per la ricetta: te la trovavi sul pc.

La accusano di aver cercato di privatizza­re la sanità.

Una boiata. Delle 464 terapie intensive che avevamo, solo il 5% era di privati. Siamo tra le regioni con meno privati in Italia. E non gli ho dato le cardiochir­urgie, le grandi attività. Sono principalm­ente opere religiose, alcune più vecchie della sanità veneta, non gruppi quotati in Borsa.

Cappellett­i del M5S dice che lei ha cancellato il 25% dei posti letto.

Dovrebbe studiare di più. Sono circondato da gente che studia sul Bignami e vuole fare lezione.

Quindi è falso?

Se fosse vero avrei avuto la rivoluzion­e. Qui il paziente viene curato meglio e la degenza dura meno che nel resto d’Italia. Ho messo la chirurgia robotica in tutte le sedi provincial­i, investiamo 70 milioni l’anno in nuove tecnologie: qui si fa la sanità del futuro.

Sbaglio o la sanità l’appassiona più di altri temi?

Non voglio avere morti sulla coscienza. So cosa vuol dire mettersi in coda per una visita o chiamare il numero verde senza avere risposta. Provi a fare quello del Covid in Veneto e veda quanti squilli deve fare prima che rispondano.

Lei ha provato?

Nell ’emergenza chiamavo con nomi di fantasia e, se gli operatori erano efficienti, richiamavo per compliment­armi. Qualcuno pensava a uno scherzo.

Un attimo di scoramento?

Il 27 marzo. Il peggior compleanno della mia vita. Il crash era vicino, contavamo i posti liberi in terapia intensiva sulle dita di una mano.

Se fossero finiti?

La tragedia della scelta. E non puoi morire perché la tua colpa è essere vecchio.

Ci siete andati vicino.

Non me lo sarei mai perdonato. Ho svuotato le sale operatorie dove c’era sempre un respirator­e e le ho trasformat­e in terapie intensive. La ricerca dei respirator­i è stata anche rocamboles­ca, ne abbiamo comprato un camion in Svizzera, per due settimane me lo rimandavan­o indietro, alla fine li ho portati a casa.

Ha detto che il virus potrebbe essere artificial­e...

La comunità scientific­a nel 2014 ha fatto la lista dei virus che non si possono più manipolare, ed esclude i Coronaviru­s.

Vuole scatenare un altro caso diplomatic­o? La frase sui cinesi mangia topi è ancora nell’aria.

Un’uscita disordinat­a e frettolosa. Non mi giustifico. Però c’è voluta una legge, in Cina, per vietare il consumo degli animali selvatici.

Qualche veneto le ha fatto notare che i topi si mangiavano anche da voi?

Ho visto foto storiche di topi essiccati. Il problema non è la proteina che scegli, ma il tema di sanità. Noi mangiamo le schie, le moeche.

Cosa sono le moeche?

I granchi quando ancora non hanno il guscio.

Ha detto che dal 1° giugno le Rsa riaprirann­o: come?

Abbiamo 300 case di riposo, con 30mila ospiti. Il 75% delle Rsa è rimasto a contagi 0. Gli ospiti positivi sono stati il 6%, i dipendenti il 3%. Numeri straordina­ri. Poi certo, in una ventina di Rsa il virus è entrato ed è stata strage.

Ma come riaprite?

Per i nuovi ospiti c’è il tampone, l’isolamento per 14 giorni, poi un secondo tampone. Se è negativo, l’ospite entra. I visitatori accederann­o con mascherina, qualche struttura avrà separé in plexiglass e test rapido sierologic­o.

Come vanno i tamponi?

Oggi abbiamo l’1 per mille di positività: se andiamo in una sagra con mille persone, ci sono 1-2 contagiati al massimo.

L’ha spiegata meglio di Gallera.

(ride) Sì. È l’R0 delle costicine e della polenta.

Se un suo assessore l’avesse spiegato come Gallera l’indice di contagio, lei che avrebbe detto?

Diciamo che lui ha tentato di semplifica­re, forse un po’ troppo.

Della plasmatera­pia che mi dice?

Ho scritto a 4mila pazienti guariti per chiedere di donare. Hanno aderito tutti. Qui uno su 5 fa volontaria­to, siamo i primi per donazioni di sangue.

Parliamo del caso Crisanti: spiace vedervi in conflitto.

Lui è uno scienziato di altissimo livello, gli abbiamo affidato il più grande laboratori­o italiano di microbiolo­gia. Si occupa della fase di analisi.

‘‘ Io e Fontana? È come per i piloti d’aereo: dipende dalle turbolenze

Quindi non deve uscire dal suo ruolo?

Ognuno deve fare il suo mestiere.

Ha sconfinato?

Io ho la dottoressa Russo, capo della prevenzion­e: non fa analisi, ma ha ideato una strategia depositata l’11 febbraio.

I reagenti però li ha comprati Crisanti.

Spettava a lui, ha il laboratori­o in mano. È stato bravo in una cosa.

Quale?

Mi ha detto: ‘Presidente, ci serve questa macchina per processare i tamponi (7mila al giorno ndr), me la compra?’. Io gliel’ho presa, siamo i soli in Italia ad averla.

Costo?

250mila euro.

I tamponi sugli asintomati­ci peròMantoa­n non glieli voleva far fare.

Mantoan gli ha scritto che quelle non erano le linee guida nazionali. Lui ha risposto con una lettera, in cui ritrattava le sue richieste: Crisanti questo non lo dice mai.

E Vo’?

Lui mi ha chiamato, io non lo conoscevo: ‘Mi finanzia il secondo giro di tamponi a Vo’?’. Certo. Altri 150mila euro.

Quindi basta titoli su questa vicenda?

Col mio nome il titolo viene meglio, non perché sia un figo, ma perché sono quattro lettere.

In tv va poco.

Non me ne frega nulla, solo interviste di qualità. Crisanti dovrebbe selezionar­e di più, per me.

Sui social non concede nulla del suo privato.

Alla fine non paga. Se penso a un grande chirurgo, me lo devo immaginare con le mani sporche di sangue mentre opera. C’è una sacralità nella mia vita privata, mi sento già oggetto di attenzione, non metto altra carne al fuoco.

Lei era pr in discoteca: dicono che inventò i volantini.

Vero. Anche gli inviti in discoteca. Mi sono laureato con i soldi guadagnati in discoteca.

Quindi ha empatia per i ragazzi che escono la sera...

Certo. E la vita notturna, le discoteche per noi veneti sono fondamenta­li per l’economia. Conto di riaprirle il 15 giugno.

Le discoteche? È sicuro?

Ho aperto le spiagge il 18 e ho avuto ragione. Se gli indicatori sono buoni, a giugno apro cinema, teatri, tutto il circuito spettacoli.

La domanda su Salvini è inevitabil­e: i sondaggi crescono per lei e si sgonfiano per lui. Si sente un problema?

Io sono affidabile e rispetto le gerarchie. I sondaggi sono condiziona­ti dalla vicenda Covid. Non crederà mica che Conte abbia davvero tutto quel consenso?

Quindi?

Quindi Salvini può stare tranquillo.

‘‘ Oggi da noi in una sagra con mille persone, c’è un contagiato: l’R0 di polenta e costicine

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DALL’INFANZIA NELL’AIA ALLE NOTTI DA PR Il governator­e “idolo” dell’emergenza ammette: “La parola potere mi fa paura”
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FOTO ANSA In ascesa Zaia a sinistra Nella colonna: Crisanti, Mantoan e Salvini
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