Palazzo Chigi soddisfatto: “Ora un accordo in fretta”
Da qui al Consiglio europeo (il 19 giugno, ma potrebbe servirne uno supplementare), il negoziato continuerà serratissimo. Questa è la consapevolezza principale - insieme alla soddisfazione per la proposta di Ursula von Der Leyen - a Palazzo Chigi. Perché le cifre contenute nella proposta della Commissione europea per il “Next Generation Fund” (500 miliardi in trasferimenti, 250 in prestiti, 173 complessivi all’Ita l ia , che è in cima ai paesi nella ripartizione) appaiono più che soddisfacenti. Anche se dietro l’angolo c’è il primo scoglio: i soldi - visto che sono legati al bilancio europeo - non arriveranno prima del primo gennaio 2021. E fino a quel momento (stando alla proposta attuale) l’Italia potrà contare su non più di 2 miliardi. In questi mesi, insomma, potrebbe ripartire lo scontro sulMes: il Pd resta convinto che ne vada fatta richiesta, M5s è contrario. Ma da qui alla chiusura di questa vicenda (dopo il Consiglio, ci sarà un voto del Parlamento europeo, ipotizzabile a settembre), i Dem non hanno intenzione di aprire il fronte.
INTANTO
ieri è Paolo Gentiloni, Commissario agli Affari economici ad annunciare: “La Commissione propone un Fondo di Recovery da 750 miliardi che si aggiunge agli strumenti comuni già varati. Una svolta europea per fronteggiare una crisi senza precedenti”. Il premier Giuseppe Conte dà la linea: “Ottimo segnale da Bruxelles, va esattamente nella direzione indicata dall’Italia. Ora acceleriamo sul negoziato per liberare le risorse presto. Che le capitali europee lo assecondino”.
Hanno pesato il pressing di Conte sulla von Der Leyen per esortarla a fare la proposta più ambiziosa e i buoni rapporti con la Germania: è stata Angela Merkel ad aprire la strada a questa proposta, consapevole anche dell’importanza dell’Italia per il mercato unico europeo. Ma a Palazzo Chigi sanno bene che ora il tentativo collettivo (prima di tutto dei Paesi cosiddetti “frugali”) sarà quello di abbassare la cifra destinata all’Italia. E dunque, il negoziato sul Recovery Fund si intreccerà con quello sul bilancio europeo. L’Italia può mettere sul piatto la propria flessibilità sul bilancio, in cambio di un Reco
PROSEGUE IL CONFRONTO SUL “SALVA-STATI”
very soddisfacente. Conte ieri ha annunciato un piano di riforme strutturali che vanno nella direzione di quelle necessarie a spendere i soldi. Da Roberto Gualtieri (Mef ) a Enzo Amendola (Affari europei) a David Sassoli (presidente del Parlamento europeo), in prima linea nel dossier, tutti ne sottolineano la priorità.
Anche dai Cinque Stelle arriva soddisfazione. Vito Crimi mette un accento particolare, sulla riforma fiscale. Che sia in arrivo una lotta sull’utilizzo dei soldi è più di un sospetto. Ma non ora. Fabio Massimo Castaldo (vice presidente Pe) ammette: “Avremmo voluto almeno 1000 miliardi ma siamo abbastanza soddisfatti. Adesso tutte le nostre energie andranno nel negoziato”.