Nell’istituto dei “pestaggi” scoppia la rivolta Feriti 8 agenti
IN CAMPANIA I SINDACATI DEI POLIZIOTTI: “SIAMO NOI I TORTURATI”
Il carcere di Santa Maria Capua Vetere è nel caos. Prima l’indagine sui presunti pestaggi del 6 aprile ai detenuti del reparto Nilo, con 44 avvisi notificati l’11 giugno agli agenti di polizia penitenziaria mentre prendevano servizio. Poi le proteste degli agenti saliti sui tetti per lamentarsi dell’umiliazione subita, e l’arrivo dell’ex ministro Matteo Salvini che ha espresso loro totale e incondizionata solidarietà. E come se non bastasse, venerdì sera c’è stata una rivolta dei detenuti. Alcuni di loro, definiti “problematici”– con precedenti per episodi di violenza e di intemperanza – hanno dato fuoco a una cella, e portati in infermeria si sono scagliati addosso ai poliziotti. Il bilancio finale sarà di otto agenti feriti. La rivolta, che dall’infermeria si era allargata al reparto Danubio messo a soqquadro da decine di prigionieri, si è sedata nel pomeriggio di ieri dopo che il capo del Dap Bernardo Petralia aveva avviato accertamenti urgenti, inviando sul posto i suoi uomini più fidati: il vice capo del Dap Roberto Tartaglia e il provveditore delle carceri campane Antonio Fullone. Con loro c’era il procuratore aggiunto di Santa Maria Capua Vetere, Alessandro Milita. Petralia ha chiesto alla direzione generale dei detenuti e del trattamento del Dap di disporre l'immediato trasferimento fuori dalla regione dei detenuti coinvolti nei disordini
Ma la tensione tra gli agenti penitenziari si taglia col coltello. Una cinquantina di loro sono usciti dal carcere per manifestare in divisa. Altri si sono rifiutati di prestare servizio, spaventati dai fatti degli ultimi giorni. “L'incriminazione principale è la presunta tortura... se sono indagati per tortura non possono entrare (durante la rivolta, ndr) altrimenti rischiano di aggravare la loro posizione a livello giudiziario”, “stanotte sono stati torturati nostri colleghi, presi a sprangate e feriti con le lamette. I torturati siamo noi e non loro”, ha detto Vincenzo Palmieri, sindacalista dell’Osapp.
La situazione esplosiva del carcere casertano è diventata oggetto di scontro politico. Da Forza Italia, Fdi e Lega piovono attacchi ai pm che hanno indagato gli agenti e a Bonafede, ministro di un “governo assente”. Lui risponde: “Strumentalizzazioni vergognose”.