Sole di Riccione, Dark III stagione, arte di precisione
Già ascoltato e già visto, eppure non tutto il già vien per nuocere. Il titolo è quello della hit estiva del 2017 dei Thegiornalisti, di cui YouNuts!, al secolo Niccolò Celaia e Antonio Usbergo, firmarono il video: qualche anno più tardi, Tommaso Paradiso è uscito dal gruppo e la coppia di videoclippari esordisce al lungometraggio, disponibile dal 1° luglio sunetflix, che sforna un original, si fa per dire, in associazione con Mediaset per una produzione Lucky Red.
C’È POSTO PER TUTTI, insomma, e come potrebbe mancare Enrico Vanzina? La piattaforma streaming c’è affezionata, sinceramente: Enrico ha scritto Natale a 5 stelle (2018), una fallimentare reprise delle
Vacanze di Natale, e dunque del cinepanettone avito, che il compianto fratello Carlo – l’8 luglio sono due anni dalla scomparsa – avrebbe dovuto dirigere. Allora lo sostituì Marco Risi, qui aleggia in spirito – “Lo pensavo ogni giorno, non potevo sbagliare”, confessa Enrico – e nulla è cambiato: passano le stagioni, mutano gli spartiti ( commedia balneare), cangia il Sapore , ovviamente, di mare, ma Sotto il sole di Riccione è il proseguimento per altri streaming dell’epopea vanziniana.
I bermuda non si risciacquano più a Forte dei Marmi bensì sulla Riviera romagnola; all’originaria Isabella Ferrari (“La cosa più bella è innamorarsi ad agosto”) la prevalenza della piadina richiede l’accostamento di Andrea Roncato, già mitologico Loris Batacchi di Fantozzi subisce ancora ; la destinazione Paradiso, Tommaso, è certificata. Eppure, “scavare in una generazione che ha tantissimi sentimenti ma – Vanzina – li nasconde” è ritorno al futuro: solo non si vedono i due liocorni, Jerry Calà e Christian De Sica – c’è Luca Ward, che non casualmente prima di tutto è doppiatore.
Insomma, la rivoluzione Netflix continua, da Trieste in giù, a essere per lo più restaurazione di gusti, e quando – nell’incipit – per svecchiare si arriva a Riccione in car sharing e si pernotta in bed and breakfast cadono le braccia, e non solo quelle, ma poi sarà che il mestiere di Enrico, affiancato al tavolo di scrittura da Caterina Salvadori e Ciro Zecca in quota anti-boomer, è tanto; sarà che le musiche le abbiamo canticchiate tutti; sarà che gli attori non sono male, ed ecco, il sole non brucia, ma per cento minuti riscalda, un pochino. Gli attori, appunto, presi come per i cinepanettoni che furono, traslando l’estrazione geografica in quella seriale: Cristiano Caccamo ( La vita promessa, Celebrity Hunted), Fotinì Peluso ( La compagnia del Cigno), Lorenzo Zurzolo ( B aby), e via dicendo. Ma qualcosa si muove: se i Natali F i lmauro ci portavano in giro per il mondo, da Miami al Sudafrica, l’estate Netflix vuole esportare Riccione in 190 Paesi. Certo, il sapore di mare è universale, però quello primigenio vanziniano recuperava nel 1983 – lo stesso anno di Vacanze di Natale – il 1964, qui tempo del film e della diegesi coincidono: e con la nostalgia canaglia come la mettiamo?
Il tocco magico di Vanzina salva una commedia un po’ scialba