Francia, l’onda verde ritinge i feudi di destra
Più bici, meno auto, limite di 30 km all’ora: da Lione a Bordeaux, i nuovi sindaci preparano la svolta ecologica
All'inizio di “verde” in Francia c'era Grenoble, 100 mila abitanti e un sindaco, Éric Piolle, eletto nel 2014 e rieletto domenica a pieni voti (53%), a fare la guerra ai cartelloni pubblicitari e a creare delle “autostrade” per le bici. Ora ci sono pure Poitiers, Strasburgo, Besançon, Tours e finanche Bordeaux e Lione. L'onda verde era attesa alle municipali che, in piena emergenza Covid, si sono trascinate tre mesi chiudendosi con il ballottaggio di domenica, ma neanche gli ecologisti si aspettavano tanto. Lo stesso Yannick Jadot, segretario generale di Europe Écologie-les Verts, si è lanciato andare domenica sera a un'esclamazione di gioia e stupore in diretta tv su France2, gli occhi al cielo, la bocca spalancata, scoprendo di aver conquistato Bordeaux: “È il momento di un'ecologia attiva e concreta, il nostro paese è ad una svolta politica”.
IL SUCCESSO dei Verdi, dopo il buon risultato alle europee del 2019 (erano diventati il terzo partito a livello nazionale) e nel contesto dell'emergenza Covid, che deve aver contribuito a questo risultato storico, potrebbe cambiare il volto di alcune città. A Bordeaux, l'elezione di Pierre Hurmic (46,4%) ha messo fine a ben 73 anni di governo di destra. Nicolas Florian (battuto con il 44,12% dei voti), sindaco solo dal marzo 2019, era l'“erede” di Alain Juppé, ex primo ministro di Chirac e primo cittadino di Bordeaux per più di venti anni, che aveva lasciato la città l'anno scorso per raggiungere il Consiglio Costituzionale. L'ex “bella addormentata” è diventata una città dinamica da quando il Tgv l'ha avvicinata a due ore da Parigi, ma con molto inconvenienti per i suoi abitanti: i prezzi delle case e della vita sono lievitati. L'ecologista Hurmic, 63 anni, alla testa di una coalizione di gauche“Bordeaux respira”, ha promesso di congelare i progetti immobiliari già avviati e di decongestionare il centro restituendolo ai pedoni e alle biciclette. La vittoria Verde a Lione è stata invece una sconfitta amara per Macron. Lione era il “feudo” di Gérard Collomb, ex socialista e marcheur della prima ora, al quale il presidente appena eletto aveva affidato il ministero dell'interno. Collomb era sindaco di Lione dal 2001 ma, in difficoltà nei sondaggi, aveva stretto un'improbabile e contestata alleanza con il candidato della destra, Yann Cucherat, costringendo Larem, il partito del presidente, a ripudiarlo. Il nuovo sindaco ecologista, Grégory Doucet, 46 anni, un passato nell'umanitario e semi sconosciuto, ha vinto col 52,6% dei voti, contro il 29,7% per lo sfidante dei Républicains.
HA PROMESSO che farà di Lione una città “100% ciclabile e 100% pedonale”. Abbasserà il limite di velocità per le auto a 30 km/h e realizzerà dei lavori urbani per affrontare meglio il grande caldo estivo, segno del riscaldamento climatico. Tutte misure che fanno parte anche del programma della socialista “green” Anne Hidalgo, rieletta domenica a Parigi con il 49% dei voti davanti alla candidata della destra Rachida Dati (32%). La vittoria dellahidalgo è anche una vittoria dei Verdi. A 61 anni, la socialista è stata rieletta alla testa di una coalizione di sinistra, che comprende anche i comunisti, ma soprattutto gli ecologisti di David Belliard, alleato da sei anni in consiglio comunale. È stata la Hidalgo, tra le tante polemiche, a rendere pedonale il lungo Senna. Ha introdotto molto presto il bike sharing e moltiplicato zone pedonali e piste ciclabili. I mesi di scioperi dei trasporti e poi la crisi del Covid le hanno dato ragione. L’ “onda verde” potrebbe anche influenzare il corso della politica in Francia nei prossimi anni anche in vista delle Regionali del prossimo anno e delle Presidenziali del 2022. Appena ieri, senza dire una parola sullo scrutinio appena chiuso, una catastrofe per Larem, Emmanuel Macron ha annunciato un impegno di 15 miliardi in favore della trasformazione ecologica, accettando gran parte delle oltre cento proposte avanzate da una Convenzione dei cittadini per il clima, lanciata nove mesi fa. Tra queste, l'introduzione del reato di ecocidio e la modifica del primo articolo della Costituzione. Mancano ancora due anni alle Presidenziali, ma il pensiero da domenica c'è. Il segretario generale del Ps, Oliver Faure, si è già detto pronto a seguire “chiunque incarni l'alleanza della gauche” per il 2022. Il periodo più duro per i Verdi comincia ora. “Vincere è bene, ma saper governare è meglio. Alla prova del potere – analizza il sociologo Vincent Tiberj – ogni decisione sarà valutata con attenzione”.