Le mire di Bibi su West Bank spaccano Israele
Benny contro Bibi. Potrebbe essere un videogioco per bambini, invece è uno dei giochi reali più sporchi che stanno facendo gli adulti sulla pelle dei bambini – cioè delle generazioni future – di Israele e della Palestina innanzitutto. Ma anche sulla carne viva di quelli che vivono nel resto del mondo, considerata la portata geopolitica di un’eventuale annessione della Cisgiordania e della Valle del Giordano. Entrambe queste entità definite dalle Nazioni Unite e dal diritto internazionale “Territori palestinesi occupati” sotto la guida dell ’Autorità nazionale palestinese (Anp), da oggi dovevano essere annesse unilateralmente da Israele attraverso il voto della Knesset ( il parlamento) sulla base del piano messo a punto dal primo ministro Netanyahu, assieme al presidente americano Donald Trump, con la palese complicità dell’ambizioso reggente saudita Mohammed bin Salman.
QUESTE Terresarebbero
potute dunque tornare a essere chiamate ufficialmente da Gerusalemme con i loro nomi biblici, Giudea e Samaria, se all’ultimo non avesse agito con la scusa del Covid il co-reggente dell’attuale governo di accordo nazionale, Binyamin Gantz, detto Benny. L’ex generale a capo dell’esercito israeliano, fondatore e leader del neo partito di centrodestra Blu e Bianco e attuale ministro della Difesa, ha chiesto la posticipazione del voto parlamentare in evidente accordo con la stessa Amministrazione americana che ha dato subito, seppur indirettamente, sostegno al rivale di Bibi Netanyahu, alla sua richiesta di slittamento del vaglio della Knesset. Secondo una nota degli Stati Uniti, non è opportuno il voto dell’aula se le due colonne, già diseguali, su cui si regge il governo, non sono allineate. Più che colonne, volti di una stessa deriva ultranazionalista di destra. Le facce del Giano bifronte che governa Israele da quando è stato costituito l’esecutivo di accordo nazionale, all’i mprovviso riprendono dunque a guardarsi in cagnesco e a confliggere dopo un breve periodo di apparente coabitazione negli stessi panni. La reazione, finora inesistente, sull ’annessione unilaterale dell’1 luglio da parte di Benny ha rafforzato Bibi, anziché alienargli l’ala moderata degli elettori del Likud a favore di Blu e Bianco e indebolirlo ulteriormente agli occhi dell’opinione pubblica israeliana. Netanyahu sarebbe dovuto andare a processo già mesi fa se non avesse ripreso le redini dell’esecutivo dopo la terza elezione legislativa in poco piu di un anno. Bibi è atteso dal Tribunale per rispondere delle gravi accuse di corruzione. A ben guardare, anche a Bibi fa comodo posticipare il voto per far slittare ancora una volta il rendez vous con i giudici e per mantenere una Spada di Damocle a oscillare sulla testa del presidente palestinese Mahmoud Abbas, detto Abu Mazen, che sembra aver accettato di perdere parte del già disomogeneo territorio palestinese, soprattutto quello già irreparabilmente infestato dagli insediamenti – illegali secondo l’onu – ebraici. Abu Mazen ha chiesto aiuto anche al Quartetto, che comprende l’europa, formatosi per riattivare i negoziati israelo- palestinesi e in stallo da anni proprio a causa di oltre mezzo milione di coloni ebrei in un proto-stato di 4 milioni di abitanti arabi di religione prevalentemente islamica e quindi cristiana.
ISRAELE STA VIVENDOUN periodo molto difficile a causa dei danni economici, con una impennata della disoccupazione, causati dalla pandemia di Covid-19 e la maggior parte degli israeliani non capisce il perchè di questa eventuale mossa epocale che sta attirando a Tel Aviv anche le critiche di molti stati amici di Israele e delle loro opinioni pubbliche. “Un milione di disoccupati non sanno di cosa stiamo parlando. La maggior parte si preoccupa di cosa farà domani mattina”, ha detto il leader di Blu e Bianco, chiedendo che l’esecutivo si concentri prima di tutto sul contrasto all’epidemia di coronavirus, che sta dando segni di ripresa, e le sue conseguenze economiche. Gantz aveva già detto ieri che il primo luglio “non è una data sacra” per le annessioni. Secondo il titolare della Difesa, che fra un anno e mezzo prenderà la guida del governo, il piano Trump su cui Netanyahu vuole basare le annessioni, è “u n’oppor tunità storica” per Israele. Ma Gantz rimane contrario a passi unilaterali. “Dobbiamo farlo per bene coinvolgendo il maggior numero di partner nella discussione e se possibile con il sostegno internazionale”, ha detto ieri. Anche il suo compagno di partito Gabi Ashkenazi, ministro degli Esteri e come lui ex capo di Stato maggiore, è contrario a un passo unilaterale che rischia di isolare Israele sul piano internazionale.
L'1 luglio non è una data sacra, abbiamo un milione di disoccupati che non sanno di cosa stiamo parlando Benny Gantz • 30 giugno 2020