Il Fatto Quotidiano

Renzi e B. avanti insieme contro la legge elettorale

- » Wanda Marra

“Surreale parlare di legge elettorale”, secondo Matteo Renzi. “Ridic ol o”, secondo Forza Italia. Perché l’emergenza è troppo grave per affrontare la questione. Ufficialme­nte Iv e FI, dunque, procedono allineate. Obiettivo, buttare la palla in tribuna ed evitare un dossier scottante, che li costringer­ebbe entrambi a scelte premature. Come quella di rompere gli indugi e unirsi in un unico soggetto politico.

ALTRO SEGNO della ritrovata convergenz­a di Matteo e Silvio. La posizione di Renzi è piuttosto obbligata: appoggiare un sistema proporzion­ale con lo sbarrament­o al 5% vuol dire correre il rischio di non entrare neanche in Parlamento. Protesta il capogruppo alla Camera, Graziano Delrio: “Se non si rispettano i patti la fiducia viene meno. Anche noi avremmo voluto una legge diversa ma tra desideri e difesa della Costituzio­ne preferisco la seconda”. E anche Federico Fornaro di Leu ricorda che il proporzion­ale era negli accordi di governo. Leu - dall’inizio della discussion­e - aveva chiesto di abbassare la soglia. Cosa sulla quale - erano convinti anche nel Pd - sarebbe arrivato anche Renzi. Ma il mondo nel frattempo è cambiato. Iv è in caduta libera e quel ruolo di “ago della bilancia” che il senatore di Scandicci andava accarezzan­do potrebbe in realtà essere destinato a Berlusconi. Per questo, dentro Forza Italia le spinte sono diverse. C’è chi il proporzion­ale non lo vuole assolutame­nte perché non intende correre il rischio né di spaccare il centrodest­ra, né di vedere il partito annientato dal voto utile (che infatti premierebb­e i grandi: Pd, Lega M5s). Ma c’è - invece - chi lo considera come un’opportunit­à di pesare, di poter scegliere, dopo il voto, chi appoggiare. Nicola Zingaretti ha ripreso il dialogo con Berlusconi proprio per portarlo su queste posizioni. E in generale - già da ora - FI viene considerat­a un territorio da conquistar­e alla maggioranz­a. Il disegno lo porta avanti Gianni Letta. Come andrà a finire non è del tutto chiaro. Anche perché i due protagonis­ti del movimento in corso - ovvero gli stessi Matteo e Silvio - stanno facendo tutti i loro calcoli di convenienz­a. Dalle parti di Firenze, chi ha osservato sempre molto da vi

CONVERGENZ­E L'EX PREMIER CORTEGGIA ALTRI FORZISTI

cino anche il ruolo di Denis Verdini, è convinto che alla fine i due si accorderan­no sul sistema proporzion­ale e a quel punto la fusione diventerà una strada obbligata.

La data di approdo in Aula della legge è il 27 luglio. Il Pd punta ad approvarla entro settembre. Anche questo, un percorso a ostacoli. Ragionava qualche giorno fa una fonte leghista: “Per fermare questo percorso i due Matteo hanno un’arma: far cadere il governo e andare al voto con il Rosatellum”. A Salvini sulla carta converrebb­e di certo. A Renzi meno. E infatti - da giocatore di poker incallito - ora sta portando avanti un’altra partita: quella dell’allargator­e della maggioranz­a, per conto del premier, anche grazie al suo rapporto privilegia­to con il sempre redivivo leader azzurro. “Io se fossi un senatore azzurro e volessi sostenere il governo, da europeista, troverei più logico stare con noi che con Salvini”, ha ribadito ieri. Una chiamata in piena regola.

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Il messaggio lanciato ieri da Matteo Renzi a Forza Italia
FOTO ANSA "Meglio noi che Salvini" Il messaggio lanciato ieri da Matteo Renzi a Forza Italia

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