Il Fatto Quotidiano

L’audio di B. depositato 4 anni dopo: “Conteneva contenuti sensibili”

- » Antonella Mascali

Il giudice della Cassazione Amedeo Franco, relatore del processo Mediaset, trattato come fosse un confidente di polizia dagli avvocati di Berlusconi che, nel 2016, hanno scritto la prima integrazio­ne al ricorso di Strasburgo, per ottenere il riconoscim­ento dell’ingiusta condanna per frode fiscale. Solo ad aprile scorso, a quasi un anno dalla morte di Franco, la difesa Berlusconi ha inviato l’audio carpito al giudice nel 2014 mentre davanti al Cavaliere si batteva il petto e accusava i suoi colleghi di aver impiantato “un plotone di esecuzione” contro l’ex premier.

IL 4 MARZO 2016 , quando Franco, dunque, era ancora in vita, gli avvocati Andrea Saccucci e Bruno Nascimbene, parlano della “confession­e” del giudice alla Cedu in termini singolari. Intanto, riferiscon­o soltanto in maniera decisament­e stringata del Franco pensiero: “Che il clima in seno al collegio giudicante (della Cassazione, ndr ) fosse tutt’altro che sereno – si legge – e che il Presidente della Sezione feriale (Antonio Esposito, ndr ) fosse pregiudizi­almente determinat­o a condannare il Sig. Berlusconi emerge altresì da una conversazi­one privata del dott. Franco. Il magistrato riferisce dei pregiudizi del dott. Esposito, ammette di vivere un forte turbamento personale e si dichiara in totale disaccordo con le statuizion­i di condanna della Suprema Corte e profondame­nte amareggiat­o, a livello profession­ale, per essersi lasciato indurre a condivider­e un palese – e, a suo dire, voluto – errore giudiziari­o”.

I legali, inoltre, pensano forse che la Corte dei diritti dell’uomo sia un commissari­ato di polizia o una stazione dei Carabinier­i, scrivono, che se vuole il materiale deve tenerlo nascosto per non esporre il giudice: “Considerat­a l’estrema sensibilit­à dei contenuti di tale conversazi­one, la scrivente difesa si riserva di acquisirne e produrne la registrazi­one e relativa trascrizio­ne esclusivam­ente nel caso in cui codesta Ecc.ma Corte dovesse ritenerla rilevante ai fini della decisione e con le massime garanzie di confidenzi­alità che essa riterrà più opportuno applicare a tutela del magistrato interessat­o, nel rispetto dei diritti del predetto”. Che, essendo vivo, aggiungiam­o noi, sarebbe finito denunciato per calunnia da Esposito, che ha sempre agito in tutte le sedi per tutelare la sua onorabilit­à di magistrato e, verosimilm­ente, anche dagli altri giudici, Ercole Aprile, Claudio D’Isa e Giuseppe De Marzo che, di fatto, sono stati chiamati in causa da Franco perchè componenti del collegio “plotone di esecuzione”.

GLI AVVOCATI se la prendono pure con il

Csm che ha assolto il giudice Esposito, finito sotto procedimen­to per un’intervista almattino, pochi giorni dopo la sentenza di condanna di Berlusconi, agosto 2013, perché – fatti alla mano – ha potuto dimostrare la manipolazi­one del suo pensiero. Ma per la difesa “il mancato intervento sanzionato­rio è indice – oltre che dell’assenza di qualsiasi rimedio interno in grado di riparare la violazione della Cedu lamentata dal ricorrente – di un’ennesima, sebbene indiretta, prova di forza della magistratu­ra italiana, ancora una volta incapace di rilevare e rimediare alle gravi anomalie processual­i che hanno caratteriz­zato il procedimen­to penale conclusosi con la condanna del Sig. Berlusconi”.

Ora, l’avvocato storico di Berlusconi, Niccolò Ghedini dice che l’ultima integrazio­ne, di aprile scorso, è fondata su una sentenza civile di Milano che avrebbe smontato l’accusa di frode fiscale. “P icco lo” particolar­e, quella sentenza non riguarda affatto il processo Mediaset diritti tv, per il quale “Mister B.” è stato condannato, ma Mediatrade, dal quale l’ex premier ne è uscito prosciolto già in udienza preliminar­e. A parte ciò, lo stesso Ghedini fa sapere che, già che c’era, la difesa ha rinfrescat­o la memoria alla Cedu: ricordati della conversazi­one di Franco. E, guarda caso, solo post mortem, invia il suo audio, a 6 anni da quando è stato fatto e a 4 da quando è stato “rivelato” alla Cedu. Franco non può rispondere di quello che ha detto, ma l’importante è far credere la bufala, vecchia quanto la storia giudiziari­a di Berlusconi, che il Cavaliere è un perseguita­to politico, non colui che si è fatto approvare leggi ad personam spinte dai suoi avvocati eletti in Parlamento.

NEL RICORSO ATTACCANO ANCHE IL CSM PER IL CASO ESPOSITO

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L’ex premier Silvio Berlusconi; accanto il giudice Franco ANSA
Protagonis­ti L’ex premier Silvio Berlusconi; accanto il giudice Franco ANSA

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