Infermieri “Sedotti e abbandonati” E spariti nel racconto dei media
DICOALFATTO
CARO DIRETTORE, le scrivo purtroppo per manifestare il mio disappunto e una certa delusione riguardo la gestione dell’informazione a proposito del mondo infermieristico. Parto dei fatti: a Milano gli infermieri si sono ritrovati in piazza con una protesta pacifica per ricordare i colleghi vittime del Covid-19 e per presentare delle istanze di riforma della professione dal punto di vista contrattuale e culturale. Ho trovato ingiusto da parte del suo giornale mettere in luce, per fare un esempio, il solo “angelo della morte” dell’ascolano, senza citare gli altri scesi in piazza. Ho scelto di abbonarmi al Fatto poiché per me è sempre stato un baluardo per i più deboli, una possibilità per mettere in luce le ingiustizie sociali e per dar voce alle categorie inascoltate. Certo e fiducioso nel potere costruttivo delle critiche.
LUCA CONCA
CARO LUCA, non è solo il mondo infermieristico a rimanere, troppo spesso, fuori dai radar dell’informazione. È il mondo del lavoro nel suo insieme che paga decenni di pensiero unico in cui il lavoro è stato ridotto per lo più a costo da tagliare. “Il Fatto Quotidiano” è un’eccezione, come riconosce lei stesso, anche per la scelta di dar voce a chi altrove non ne ha. Forse non l’abbiamo fatto abbastanza sulle condizioni di lavoro, le problematiche professionali e il ruolo degli infermieri nel modello sanitario che si è affermato nel nostro Paese: lavoro pesante e responsabilità sempre crescenti a fronte di stipendi che il più delle volte, a metà carriera, non raggiungono i 1.500 euro netti. Non è solo questione di dare notizia di una o più manifestazioni pubbliche, quelle sono tante ma non sempre riescono a modificare rapporti di forza che penalizzano in modo drammatico chi lavora. Un giornale come il nostro ha il compito di raccontare, approfondire e analizzare, e la sua lettera ci ricorda che dobbiamo farlo ancora di più. Ha fatto bene a scriverla. Non ci dica, però, che abbiamo fatto male a dar notizia dell’infermiere che, nell’ascolano, è stato accusato di aver ucciso volontariamente alcuni pazienti. È un fatto che colpisce proprio perché ci fidiamo, come milioni di italiani, dei nostri infermieri. E come tale è nostro dovere raccontarlo.