Da Platì a Milano per riorganizzare la cosca: faceva il bidello nel liceo “Padre Puglisi”
Affiliato alla ‘ ndrangheta “con dote di picciotto”, arrivato da Platì a Milano nel 2018 per riorganizzare la rete della cosca Barbaro-papalia. Per farlo si era scelto una copertura da insospettabile, quella di bidello, vincendo un concorso pubblico e andando a lavorare al liceo Giambattista Vico di Corsico, per poi spostarsi quest’anno, ironia della sorte, all’istituto superiore Padre Pino Puglisi di Buccinasco. Lui è Luigi Virgara, platiota classe ‘75. Il suo nome sta nell’elenco dei 17 arrestati ieri dai carabinieri della compagnia di Corsico guidata dal capitano Pasquale Puca e dal tenente Armando Laviola. Traffico e spaccio di droga, controllo di piazze e territorio.
L’inchiesta, coordinata dal procuratore aggiunto della Dda Alessandra Dolci, è il seguito dell’indagine Quadrato del 2018. Anche allora fu fotografata la rete dei narcos calabresi. Un duro colpo per la cosca, la cui riorganizzazione era stata affidata a Virgara definito il “cugino che viene dalla montagna per prendere i soldi”. A lui e a Saverio Barbaro è contestata l’aggravante mafiosa. Entrambi, secondo il pentito Domenico Agresta, sono affiliati alla ‘ ndrangheta di Platì. Ora, al di là della cocaina, storico core business dei clan condotto con l’utilizzo di pizzini per le comunicazioni riservate, uno dei dati inediti è il tema delle graduatorie per il personale amministrativo, tecnico e ausiliario (Ata) delle scuole, usate come “copertura sicura” dai rampolli dei clan. Oltre al nome di Virgara, nelle liste pubbliche delle scuole di Milano sono decine i cognomi che riconducono a casati mafiosi. Tra questi i Papalia e in particolare Domenico Papalia, classe ‘83, detto Micu u Bruttu. Nell’indagine di ieri è protagonista, pur non indagato, della rete di contatti di Virgara. Di Domenico Papalia, scrive il gip, è “stata appurata l’intraneità ad ambienti della ‘ndrina Carciutu, egemone nell’area sud-ovest di Milano, quale articolazione della ‘ndrangheta di Platì, costituente la cornice dell’aggravante mafiosa contestata a Luigi Virgara”. Papalia abita nel comune di Gudo Visconti in via Venti Settembre. Un indirizzo che ricorre più volte perché qui hanno il domicilio molti personaggi legati al clan. Qui i carabinieri hanno piazzato una telecamera, poi scoperta da Papalia. Virgara incontra diverse persone oggi non indagate ma dallo “spiccato pedigree criminale”. Tra questi Domenico Marando, detto Micu u Sceiccu, residente a Gudo e coinvolto in un’indagine per estorsione con Domenico Trimboli, alias Micu Murruni, altro referente delle ‘ndrine. Virgara è in contatto con Francesco Romeo, detto u Pettinaru e con Giuseppe Molluso, nipote di Giosofatto e Francesco Molluso, boss di lungo corso. Giosofatto di sé dirà: “Sono un capo mafia di Buccinasco”.