Conte, ultimatum ai Benetton: “Via da Aspi o revoca”
La Procura di Genova indaga sugli ingorghi che mettono in ginocchio la Liguria. Mentre il governatore Giovanni Toti annuncia che presenterà una richiesta di danni. Ormai la Liguria è paralizzata. Le interruzioni autostradali non accennano a ridursi, anzi, dovrebbero aggiungersi nuove chiusure che andranno ben oltre il termine del 10 luglio. Un caos totale: il traffico dei genovesi, quello del porto e dei turisti. Risultato: code di decine di chilometri, fino a sei ore per andare da Sanremo a Genova. Disagi e sofferenze (sotto il sole a 30 gradi), ma anche giornate di lavoro perse. E il rischio di tracollo per l’economia ligure: da un lato la fuga dei turisti, dall’altro operatori marittimi che dirigono altrove le navi. Danni da miliardi. La Liguria non ce la fa più: i disagi sono cominciati a ottobre, ma nelle ultime settimane la situazione è esplosa. Il tutto condito da un’informazione inadeguata che lascia gli automobilisti in balia dei cantieri (spesso deserti), persi in autostrade senza uscite per decine di chilometri.
COSÌ SONO
partiti esposti alla Procura, da quello delle pubbliche assistenze che gestiscono le ambulanze a quello del governatore. Toti ha evidenziato che “le modalità di programmazione e effettuazione dei lavori sembrano improntate principalmente alla tutela di una accezione ‘ strutturale’ di sicurezza, legata cioè esclusivamente alla stabilità dell’infrastruttura, senza considerare che la sicurezza deve essere anche valutata nella sua accezione ‘ fu nzi ona le’ ”. Lo scontro è anche politico, a due mesi dalle elezioni regionali. Toti spara a zero contro il governo arrivando a ipotizzare un complot
to: “Perché succede solo in Liguria? Qualcuno vuole penalizzare la nostra regione?”. Da Roma si ribatte che le chiusure non erano rinviabili, questione di incolumità. Secondo gli ispettori del ministero delle Infrastrutture, per anni controlli e manutenzione sono stati insufficienti, se non inesistenti: “I nostri ingegneri - riferiscono fonti ministeriali - hanno ispezionato i 285 tunnel della rete ligure, trovando anomalie su decine di opere”. A questo si aggiungono gli allarmanti report dei tecnici incaricati dalla procura di esaminare i viadotti: “Su questi ponti non farei passare mio figlio”, aveva detto al Fatto un ingegnere. Viste le condizioni della rete gestita da Aspi, ci si è trovati davanti un bivio: diluire le chiusure per non far impazzire il traffico o imporre interventi immediati per evitare il rischio di tragedie come il Morandi. Si è scelta la seconda strada.