Sport, la riforma di Spadafora: bye bye Malagò
“Sò amici, hanno partecipato, ‘ anna sparà prezzi alti e finisce della storia, hai capito funziona accussì”. Il generale dell’aeronautica militare spiega come funzionava il sistema di tangenti negli appalti delle pubbliche forniture alle forze armate scoperto dalla polizia di stato e dalla Procura di Roma. Ex generali, colonnelli, tenenti e maggiori di diverse corpi militari avrebbero intascato somme di denaro, promesse di assunzioni di parenti e regali da imprenditori compiacenti, favorendoli in diverse gare. Come la fornitura dei distintivi dei gradi per le divise militari di carabinieri, esercito e guardi di finanza, quella delle tende da campo per le missioni all’estero, l’arredamento per l’ufficio, l’abbigliamento, la digitalizzazione delle cartelle sanitarie e la forniture di beni alimentari. Gare pilotate per un valore stimato dagli inquirenti di 18,5 milioni di euro, tra cui l’affidamento diretto di beni e servizi per l’aeroporto militare di Pratica di Mare da 6 milioni di euro. Sono 64 le persone indagate (7 agli arresti domiciliari) tra ufficiali miliari e imprenditori, accusati di corruzione, frode nelle pubbliche forniture, induzione indebita, turbata d’asta e abuso d’ufficio.
In alcuni casi, le società per aderire al bando dichiaravano di possedere i macchinari e le attrezzature per realizzare i prodotti d’abbigliamento o i distintivi richiesti, ma in realtà le importavano da Cina e Albania.
Le tangenti consegnate ai miliari, andrebbero da un minimo di mille euro a un massimo di 72 mila euro, pari al 10% del valore della gara d’appalto.