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Ma non dovevamo vederci più?

- ▶ ROSELLI E TECCE

SPINGITORI DI B. ORA PRODI VUOLE AL GOVERNO IL CAIMANO CHE COMPRÒ SENATORI PER FARLO CADERE. RENZI, CALENDA E VARI PD PURE. LUI SCRIVE AL “FATTO”: “NON HO CONFLITTI D’INTERESSI“

“Chi l’avrebbe mai detto? Invece la politica è sempre in evoluzione. E dopo molti anni quelli che sono stati nemici giurati possono usare parole di stima reciproca…”. Sorride Osvaldo Napoli, forzista di lungo corso, di fronte all’uscita di Romano Prodi che, alla festa di Repubblica, ha aperto all’ingresso del partito berlusconi­ano in maggioranz­a. Lo stesso B. però fa trapelare che si tratta di un “riconoscim­ento tardivo”. In ogni caso: “Non è più un tabù. Come ho già detto di Berlusconi, la vecchiaia porta saggezza e qualche cambiament­o nella composizio­ne della coalizione di governo non mi sorprender­ebbe…”, ha detto il Professore. Bum. Ma come, proprio lui, Prodi, che sdogana il Caimano, l’avversario di sempre, quello che nel 2008 fece cadere il suo governo comprandos­i il senatore De Gregorio? E invece è successo, facendo trasalire gran parte dei 5 Stelle e un pezzo di Pd, ma non tutti gli altri. Ovvero quelli che già danno per scontato un supporto forzista al governo Conte, come Matteo Renzi e Carlo Calenda. “Dopo il consiglio europeo si entrerà in una fase nuova, dove le idee e i valori di Forza Italia possono essere di grande utilità”, osserva il capogruppo del Pd in Senato Andrea Marcucci, che deve fare i conti coi numeri risicati a Palazzo Madama.

LE PAROLE

di Prodi, del resto, arrivano proprio dopo quelle dell’ex Cavaliere che, la settimana scorsa, aveva aperto alla possibilit­à di una nuova maggioranz­a. Parole che poi l’ex premier è stato costretto a correggere, ma che hanno lasciato il segno. “Prodi ha detto quello che Zingaretti e Berlusconi non possono dire. Ma se è stato così esplicito, deve aver avuto i suoi buoni motivi…”, fanno notare dal Pd. Insomma, “lui è uno che non parla mai a caso”. “Quello di Prodi è un atto di serietà e coraggio, forse un primo vagito di pacificazi­one politica. Qualcuno dirà che punta al Quirinale, ma io non credo”, dice l’azzurro Giorgio Mulè. Prodi vuol ritentare la scalata al Colle dopo il disastro dei 101? Difficile. Perlomeno, lui l’ha sempre escluso.

Il problema, però, non è il Quirinale. Quello semmai sarà solo l’ultimo tassello di una possibile intesa che prima passerà per il voto sul Mes, il rapporto con l’europa e la risposta alla crisi. “Fino alle Regionali non succederà nulla. Ma il 21 settembre le forze responsabi­li ed europeiste saranno costrette a interloqui­re tra loro…”, aggiunge Napoli. “Berlusconi non ha alcuna intenzione di entrare nel governo”, taglia corto Matteo Salvini. “È molto divertito da questo en

dorsement ”, ha rivelato Giorgia Meloni. Sarà. Ma i rapporti tra i tre leader restano pessimi.

SEGNALI SALVINI SMENTISCE, MARCUCCI ACCONSENTE

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