Gasparri e la pensione Bel colpo fortunato per il forzista (tutto legale)
GENTILE DIRETTORE, leggendo l’articolo sulla pensione di Gasparri mi piacerebbe capire come possa percepire la pensione da giugno. Ma non bisogna avere più di quarant’anni di contributi, per la precisione 42 e dieci mesi? Facendo i calcoli (28+9 fanno 37 ) oppure la riforma Fornero vale solo per chi LAVORA in catena tutta la vita.
LUCIANO B.
LE MISURE A SOSTEGNO DELL’EDITORIA le contenute nell’ultima legge finanziaria hanno consentito i prepensionamenti dei dipendenti con un’anzianità contributiva di almeno 35 anni nella aziende editoriali in crisi. È la procedura attivata dal Secolo d’italia per Maurizio Gasparri che è rientrato nei requisiti previsti dalla norma sia per quel che riguarda l’età che per il periodo di contribuzione. A questo proposito pare rilevante sottolineare però un altro aspetto che chiama in causa non tanto il caso specifico, ma la legge che consente a tutti i parlamentari di maturare la pensione, pur essendo in aspettativa dalla professione svolta (ben 28 anni nel caso del senatore forzista a fronte di 9 anni lavorati in redazione), attraverso il sistema dei contributi figurativi. Che ancora oggi sono in gran parte a carico dell’ente previdenziale di appartenenza (nel caso di Gasparri l’inpgi) e solo per circa 1/3 a carico del beneficiario del trattamento di pensione. Giusto per dare una dimensione al fenomeno è il caso di ricordare l’audizione di due anni fa dell’allora presidente dell’inps, Tito Boeri: a quella data erano 861 parlamentari (eletti alla Camera, al Senato, al Parlamento europeo e nelle assemblee regionali) che tra il 2005 e il 2017, attraverso questo meccanismo assai vantaggioso, si erano “costruiti” la pensione che peraltro si somma al vitalizio che spetta loro alla fine del mandato elettivo. Ma qual è il costo dei contributi figurativi riconosciuti ai parlamentari per la propria futura pensione anche se di fatto in quel periodo non svolgono la loro normale attività lavorativa? Come ha ricordato Boeri a proposito del periodo considerato, ammonta in totale, a più di 30 milioni che gravano sui fondi pensionistici amministrati dall’inps e sono addebitati alle rispettive gestioni previdenziali.
ILARIA PROIETTI