Cambio ai vertici Primo presidente sarà Pietro Curzio
Questa volta c’è un voto all ’ unanimità della Quinta commissione del Csm, quella che propone le nomine al plenum. Tutti d’accordo su chi debba essere il primo presidente di Cassazione, Pietro Curzio e il presidente aggiunto, Margherita Cassano, che passerà alla storia della magistratura per essere la prima donna ai vertici della Suprema Corte. Se applichiamo il metro correntizio culminato nel caso Palamara c’è un fatto singolare: Curzio è di Area, la corrente progressista, così come Giovanni Salvi, Procuratore Generale della Cassazione. Di più: sono entrambi di Magistratura Democratica, cioè “fam igerate” tog he rosse, direbbero Silvio Berlusconi e suoi accoliti, tornati in auge per provare a far credere, con bufale vecchie e nuove, che in Cassazione c’è stato non un collegio di giudici ma “un plotone di esecuzione”, per condannare il Cavaliere.
Dunque, cosa è successo ieri al Csm? Area si è impossessata di Palazzo dei Marescialli tanto da poter avere presidente e Pg della Cassazione? Girata la domanda o la provocazione, a secondo dei punti di vista, ad alcuni consiglieri del Csm, danno tutti una risposta simile: “I tempi sono cambiati, non abbiamo pensato alle correnti ma al merito”. Stavolta. Curzio è presidente di una delle sezioni lavoro della Cassazione, esperto giurista, è stato il presidente delle sezioni unite civili della Cassazione che a gennaio scorso hanno confermato per Luca Palamara la sospensione dalle funzioni di pm e dallo stipendio, dopo essere finito indagato a Perugia per corruzione e sotto procedimento disciplinare per lo scandalo nomine. Ha prevalso su Margherita Cassano, perché presidente di sezione in Cassazione ed è più anziano, mentre la giudice, 13 anni consigliere di Cassazione, attualmente è presidente della Corte d’appello di Firenze. Di Magistratura Indipendente (la corrente conservatrice) è tra i magistrati più stimati a livello trasversale.