Il Fatto Quotidiano

Atenei liberal chiusi: Trump minaccia di cacciare gli stranieri

La protesta anti-covid Harvard, Princeton, Ucla, Columbia terranno solo corsi sul web ignorando il diktat della Casa Bianca

- » Giampiero Gramaglia

Il MIT e l’università di Harvard guidano la protesta delle Università più celebrate d’america contro la decisione dell’ice, l’a ge nz ia per l’immigrazio­ne, che priva dei visti gli studenti stranieri e li minaccia di deportazio­ne, se i loro Atenei nel prossimo anno accademico terranno solo corsi online, causa della pandemia: un modo per forzare le Università a tenere i corsi in presenza. I due prestigios­issimi atenei nell’area metropolit­ana di Boston, nel Massachuse­tts, fanno causa all’amministra­zione federale: hanno il sostegno praticamen­te di tutta l’ivy League, che riunisce le migliori università statuniten­si, specie della East Coast. Lega dell’edera perché sui muri degli Atenei, spesso di concezione inglese e di impianto sette/ottocentes­co, cresce l’edera: Princeton nel New Jersey, la Columbia a New York, Yale nel Connecticu­t, la Upenn, il Dartmouth College nel New Hampshire, la Brown, la Cornell, etc, nomi e scenari da film); in California, ci sono Ucla e Stanford. Ma anche Atenei tradiziona­listi, come la Vanderbilt University di Nashville, Tennessee, s’allineano ai “templi liberal”.

È UN ASPETTO della “g u e r ra delle scuole” che Donald Trump conduce in prima linea: il presidente insiste perché vi sia a settembre una riapertura generalizz­ata e minaccia di tagliare i fondi a quelle che non si adeguerann­o. La questione diventa una palestra di scontro politico e un braccio di ferro tra potere federale e poteri locali, mentre il totale dei contagi nell’unione supera i tre milioni e continua a viaggiare su ritmi record, intorno ai 60 mila al giorno. Per la Johns Hopkins University, alla 12.000 sulla East Coast, il totale dei contagi superava i 3.057.000 e quello dei decessi i 132.350; in entrambi i casi, si tratta delle cifre più alte al mondo.

La sfida delle Università a Trump si sviluppa nelle aule di giustizia, ma anche sui campi di gioco: infatti, la Ivy League ha messo in pausa tutte le attività sportive almeno fino a gennaio, divenendo così la prima conferenza – noi diremmo girone – del football americano a saltare la stagione a causa della pandemia. E si schierano con il MIT e Harvard anche quegli Atenei che devono la loro fama più alle squadre di basket e/o di football che ai percorsi di studio, tipo la Duke nellanorth Carolina, la George Mason in Virginia, la Baylor in Texas): anch’essi si alimentano di talenti extra-usa. La decisione dell’ice riguarda oltre un milione di studenti stranieri iscritti a università statuniten­si o che vi frequentan­o cosi di specializz­azione ( ad Harvard sono circa 5.000): per oltre la metà vengono dalla Cina (370 mila) e dall’india (200 mila). Molti sono rimasti bloccati nell’unione per la chiusura delle frontiere provocata dalla pandemia. Numerosi pagano rette piene e sono una fonte di reddito importante per gli Istituti che frequentan­o.

NELL’ESPOSTO

presentato a una corte federale di Boston, MIT e Harvard sostengono che “l’annuncio dell’amministra­zione Trump sconvolge la vita dei nostri studenti di tutto il Mondo e compromett­e la loro riuscita accademica”, lamentando che l’ice “non sia stata in grado di offrire le più elementari indicazion­i su come la nuova politica sarà attuata”.

Harvard terrà tutti i corsi online nel prossimo anno accademico: una decisione “ridicola” per Trump. Il MIT, che ammetterà sul campus un numero di studenti limitato, ha optato per una formula ibrida tra lezioni in classe e via Internet. Le due Università chiedono ai giudici di bloccare le nuove regole, spiegando di essersi basate nelle loro decisioni su una direttiva di marzo della Homeland Security che, causa pandemia, autorizzav­a gli studenti a restare negli Usa e consentiva l’arrivo in autunno delle matricole. “L’ordine è stato dato senza preavviso. La sua crudeltà è superata solo dalla sua sconsidera­tezza”, dice il presidente di Harvard, Larry Bacow. “Per molti studenti – si legge nell'azione legale – tornare a casa per partecipar­e all’istruzione online è impossibil­e, impraticab­ile, assurdamen­te costoso e/o pericoloso”. Il “ministro della Gius tizia” d el Massachuse tts. Maura Healey, appoggia il MIT e Harvard, come fanno numerose o rg an iz za zi on e attive nel settore dell’istruzione. C’è la percezione di un provvedime­nto politicame­nte motivato: “L’intento politico non potrebbe essere più chiaro – dice Miriam Feldblum, direttrice della Presidents’ Alliance on Higher Education and Immigratio­n, che mette insieme circa 450 Università pubbliche e private – vogliono imporre agli Atenei di riaprire i campus, almeno con formule ibride”.

Dalla parte di MIT e Harvard, ci sono pure gli imprendito­ri dell’american Council on Education e decine d’associazio­ni per l’istruzione universita­ria, tra cui l’american Associatio­n of Community Colleges, l’associatio­n of American Universiti­es – 65 Atenei soci – e l’associatio­n of Land Grant Universiti­es.

Sulla riapertura delle scuole, l’offensiva dell’a m mi n istrazione è compatta: “Le scuole chiuse sono una prospettiv­a insostenib­ile”, afferma la portavoce della Casa Bianca, Kayleigh Mcenany.

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La Columbia University A destra, Black Lives Matter alla Trump Tower
FOTO LAPRESSE/ ANSA Il virus del razzismo La Columbia University A destra, Black Lives Matter alla Trump Tower
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