Il Fatto Quotidiano

Effetto Covid, stop con la guida autonoma, e tutto sull’elettrico

- » MARCO SCAFATI

In tempi di pandemia, anche l’industria dell’auto si riorganizz­a. E lascia da parte il superfluo, perché di risorse ce ne sono sempre meno. Vittima sacrifical­e, almeno per il momento, sembra essere la guida autonoma: investire ora sull’auto che si guida da sola, con poco cash a disposizio­ne, non è una necessità vitale. Dunque i costruttor­i stanno, chi più chi meno, rallentand­o o congelando i progetti sul self-driving.

Non si rinuncia, invece, all’elettrific­azione. Che viaggia spedita secondo i piani, se non altro per la paura di multe salate per il superament­o dei limiti alle emissioni. Il rapporto “100 Italian E-mobility Stories”, curato da Enel e Fondazione Symbola, fa notare come si sia passato dal milione e mezzo di vetture elettriche per passeggeri merci del 2016 in circolazio­ne nel mondo, agli attuali 7 milioni. Centro nevralgico è la Cina, con oltre 3 milioni, mentre in Europa (dove solo in Norvegia ne circolano 320 mila) siamo quasi a quota due.

E nel vecchio continente, nonostante il lockdown e relativo crollo del mercato, elettriche e ibride hanno tenuto botta: secondo l’ultima analisi ereadiness di PWC Strategy& riguardant­e il primo semestre dell’anno, nei 4 mercati continenta­li più importanti (Germania, Francia, Italia e Spagna) sono cresciute complessiv­amente del 101%, a fronte di un calo delle immatricol­azioni del 41%. E si prevede che si ritaglino una fetta dell’8% del totale europeo entro il 2023. Certo, parliamo di numeri ancora bassi, ma il trend sembra avviato.

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