Il Caimano fa il “responsabile”, ma il conflitto d’interessi resiste
CON CHIGI A MEDIASET CONVIENE AVERE BUONI RAPPORTI
Questa volta Silvio Berlusconi non va biasimato. Non è semplice convivere all’op pos iz io ne con Matteo Salvini e Giorgia Meloni e allo stesso tempo garantire “collaborazione is tituzionale” al governo di Giuseppe Conte, peraltro forgiato da pericolosi comunisti e populisti. È una impresa da funamboli della politica, ma siamo convinti che Berlusconi sia capace di stupire ancora elettori e spettatori. La nota di risposta a un articolo del Fatto , però, merita una replica per punti.
1. “DAL 1994, con l’abbandono di tutte le cariche sociali, il presidente Berlusconi non si occupa in alcun modo delle scelte strategiche né di quelle operative delle aziende da lui fondate”. A parte le battute, Silvio Berlusconi non riveste cariche in Mediaset o Fininvest, e ci mancherebbe, ma in un quarto di secolo in politica il conflitto d’interessi è stato un sottofondo a cui non ci si deve abituare, anche se l’ex premier forse l’ha fatto sin dal principio. Si possono scegliere, alla rinfusa, multipli esempi di decisioni e varie norme che hanno determinato il destino di Cologno Monzese: la legge sulle telecomunicazioni che porta il nome di Maurizio Gasparri; la gestione delle frequenze del digitale terrestre (il lodo Rete 4); la nomina di politici di Forza Italia e di dirigenti fidati nel consiglio di amministrazione o ai vertici della Rai e addirittura nelle Autorità indipendenti di controllo come l’agcom.
2. COME SCRITTO Mediase t può ottenere un beneficio diretto o indiretto dalla nascita di una società pubblica per la rete internet in banda larga perché i francesi di Vivendi, soci del Biscione con un contenzioso aperto e primi azionisti di Telecom, avranno più certezza degli investimenti effettuati negli ultimi anni in Italia di Vincent Bolloré. L’amico-nemico francese che, sei anni fa, prima di avviare la campagna d’italia, fu così premuroso da fare visita al santuario berlusconiano di villa San Martino di Arcore per un pranzo con il solo Pier Silvio.
Per la rete unica (o neutra) il governo dovrà sincronizzare le attese e le pretese di Enel, Telecom, Open Fiber, Cassa depositi e prestiti. Il
Fatto , per iniziare, ha chiesto a Vivendi se ha intenzione di mettere in discussione una parte della sua quota in Telecom in una trattativa con Mediaset :“N oc omment”,cih anno detto. Si rivolga a Vivendi, anzi per correttezza, in un’ occasione informale e conviviale, Berlusconi suggerisca di sottecchi ai figli Marina e
Pier Silvio di suggerire a loro volta ai “legali incaricati” di approfondire i propositi di Bolloré.
Una complessa e ambiziosa operazione di sistema si avvicina, Berlusconi preferisce sbraitare all’opposizione con gli alleati di destra o mantenere “un comportamento costruttivo”? La seconda, ci fidiamo. I masochisti distruggono le cose a cui tengono.
3. VA DATO atto a Berlusconi di aver innovato la politica sfornando esilaranti deputati o senatori “r es po ns abili” che in passato hanno strappato da morte certa i suoi governi. Adesso è il capo Silvio che funge da “responsabile”. Nemesi. E in che consiste la responsabilità se non in una truppa di senatori pronti a sorreggere la maggioranza dell’esecutivo di Conte?