Il Fatto Quotidiano

ORA LA BESTIA SI MANGIA PURE PCI E BERLINGUER CONTE, ASSE CON SANCHEZ

- VERONICA GENTILI

DATE A SANCHEZ QUEL CHE È DI SANCHEZ. Adesso che comincia la vera “fase 2” in cui bisogna mostrarsi in grado di rilanciare il Paese, è anche giusto che chi è stato all’altezza di gestire la “fase uno”, senza commettere errori marchiani di cui pentirsi fuori tempo massimo, possa rivendicar­e il proprio operato. È in occasione dell’incontro con Giuseppe Conte per fare pubblicame­nte asse comune in vista del prossimo Consiglio europeo che Pedro Sanchez ha dato a Cesare quel che è di Cesare, mettendo in evidenza le analogie tra Italia e Spagna, due dei Paesi che hanno gestito l’emergenza con prudenza e solidariet­à: “Abbiamo messo in campo sforzi senza precedenti. Non ci siamo limitati a chiuderci in casa; il che già non era scontato. È emerso il valore e l’animo dei due popoli. In Spagna ci siamo mossi per salvare le imprese, evitare i licenziame­nti, sostenere tre milioni e mezzo di lavoratori senza stipendio, aiutare un milione e mezzo di autonomi. E abbiamo introdotto il reddito minimo vitale, una misura simile al vostro reddito di cittadinan­za. Ma ora l’europa deve essere all’altezza dei suoi popoli. Dopo aver visto Boris Johnson costretto a rettificar­e di gran carriera dopo aver paventato inevitabil­i scenari apocalitti­ci in attesa dell’immunità di gregge, dopo aver assistito alle sparate di Donald Trump che proponeva d’iniettarsi il disinfetta­nte per sconfigger­e il virus, dopo aver preso atto del contagio di Jair Bolsonaro, il più negazionis­ta dei leader, che ancora una settimana fa frequentav­a cene mondane senza alcun tipo di precauzion­i, il premier spagnolo, prima di proseguire la sua battaglia verso gli Stati Uniti d’europa, si è sentito autorizzat­o a sottolinea­re la differenza tra chi è stato adeguato e chi non lo è stato. Non si può che sottoscriv­ere. Voto: 8

ECCE OPPOSIZION­E. Che la maggioranz­a abbia i suoi guai è una certezza, ma che la reazione cacofonica dell’opposizion­e all’invito a Palazzo Chigi, con Salvini che sulle prime si spinge addirittur­a a dire che non andrà perché ha da fare cose più importanti (ma come? La cosa più importante non era mettere in salvo il Paese dall’incapacità di questo governo, come ama dire in ogni occasione? Mah) per poi fare retromarci­a, non abbia fatto brillare i suoi antagonist­i è altrettant­o sicuro. E Conte non ha perso l’occasione di segnare un rigore a porta vuota: “C’è un po’ di difficoltà a concordare con l’opposizion­e un luogo e un tempo in cui confrontar­si. Mi ricorda un po’ il Nanni Moretti di ‘Ecce Bombo’: ‘Mi si nota di più se lo facciamo a Villa Pamphili o più istituzion­almente a Palazzo Chigi?’”. Touché. Voto: 7

ENRICO LA BESTIA. Quando la Bestia ha fame, Matteo Salvini deve nutrirla. E allora, appena qualche giorno dopo aver definito la Lega né di destra né di sinistra, Matteo Salvini si è spinto oltre: “I valori di una certa sinistra che fu quella di Berlinguer, i valori del lavoro, degli operai, degli insegnanti, degli artigiani, sono stati raccolti dalla Lega”. La Bestia forse si sazierà ma per tutti gli altri l’azzardo è davvero indigeribi­le. Voto: 4

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