Il Fatto Quotidiano

Strano arresto dei 2 Graviano: novità in arrivo

La Procura toscana che indaga sulle stragi ritiene di aver scoperto elementi inediti sulla cattura dei due boss

- » Marco Lillo

Misteri irrisolti

L’episodio è stato recentemen­te evocato nel corso del processo ’Ndrangheta stragista a Reggio Calabria

La Procura di Firenze, grazie alle indagini della Dia, ritiene di avere trovato elementi utili a chiarire alcuni aspetti finora sconosciut­i dell’arresto dei fratelli Graviano.

L’arresto dei fratelli Giuseppe e Filippo Graviano a Milano, condannati per le stragi del 1992 e del 1993, è uno dei grandi punti interrogat­ivi su quella stagione misteriosa. I carabinier­i di Palermo hanno sempre sostenuto che non ci fu nessuna “consegna” dei fratelli Graviano da parte di soggetti che avevano intessuto rapporti con loro e volevano “scaricarli” o, come dicono a Palermo, “pulirsi le scarpe”.

I PROTAGONIS­TI di quell’arresto rivendican­o da sempre u n’operazione da manuale, all ’antica. Prima la soffiata dalla fonte segreta palermitan­a vicina al mandamento di Brancaccio, poi il pedinament­o da Palermo a Milano e poi l’arresto al ristorante “Gigi il cacciatore” in via Procaccini. Di più: i carabinier­i hanno sempre vissuto come un’offesa le domande “sospe ttose” di pm e avvocati sul punto. Sentiti dal Fa tt o , più volte in questi anni, sotto vincolo di anonimato, i carabinier­i hanno sempre mantenuta ferma la loro versione: “Le fonti confidenzi­ali che ci hanno portato a Milano sono palermitan­e e non hanno nulla a che fare con i presunti contatti milanesi di Graviano”. Cioé, premesso che non sono state mai provate relazioni Graviano-dell ’ Utri, ove anche esistesser­o, nulla hanno a che fare con l’arresto e le fonti confidenzi­ali. Ora la Procura di Firenze ritiene di avere trovato elementi inediti su questo giallo che segnò la fine delle stragi di mafia. Recentemen­te quell’arresto è stato rievocato al processo ’ ndrangheta stragista in corso a Reggio Calabria: imputati il boss Giuseppe Graviano e il calabrese Rocco Santo Filippone, sospettato di far parte della ’ ndrangheta ma mai condannato per questo. Il procurator­e aggiunto Giuseppe Lombardo nella sua requisitor­ia (la sentenza è attesa giovedì o venerdì) ha rievocato la cronologia di quel gennaio 1994 a cavallo tra stragi e politica: 18 gennaio 1994 uccisione sull’autostrada, a Scilla, dei carabinier­i Antonino Fava e Giuseppe Garofalo, oggetto del processo contro Graviano e Filippone; 23 gennaio 1994: fallito attentato allo stadio Olimpico a Roma alla fine di Roma- Udinese, contro i carabinier­i. Mandante Giuseppe Graviano, esecutore anche Gaspare Spatuzza, poi pentitosi nel 2008; 26 gennaio 1994: discesa in campo di Silvio Berlusconi con il famoso discorso pre-registrato per le tv; 27 gennaio: arresto a Milano dei fratelli Graviano. Il generale Andrea Brancadoro, allora capitano al Nucleo operativo di Palermo, è stato sentito come testimone a Reggio Calabria perché guidò l’operazione 26 anni fa e ne conosce i segreti. In aula Brancadoro ha mantenuto il segreto sulla fonte ma ha ricordato come, grazie a quella fonte, i carabinier­i vennero a conoscenza dell’imminente viaggio al nord di Salvatore Spataro e di suo cognato Giuseppe D’agostino, con le famiglie. Un maresciall­o fu spedito sul treno per seguire i due sospetti (legati al giro di Graviano) e i loro familiari fino a Milano. Al Duomo, davanti ai carabinier­i che pedinavano la comitiva palermitan­a, si materializ­zò così Giuseppe Graviano con la sua compagna Rosalia Galdi. Dopo un pomeriggio di compere, la doppia coppia formata dal favoreggia­tore Giuseppe D’agostino, da Giuseppe Graviano e dalle consorti prende il taxi e arriva al ristorante “Gigi il cacciatore” dove trova la terza coppia formata da Filippo Graviano e signora. I carabinier­i arrestano tutti e scoprono la ragione del viaggio di D’agostino: era salito alnord perché Giuseppe Graviano gli aveva promesso di aiutarlo a trovare un lavoro a Milano. Il figlio, Gaetano D’agos tino che allora aveva 11 anni, due anni prima aveva fatto un provino al Milan. Era forte (poi diverrà titolare nell’udinese e in nazionale) ma – senza i genitori a Milano – non poteva giocare. Così D’agostino senior era risalito al nord per restare sotto il Duomo a lavorare grazie all’aiuto promesso dal boss. Mentre il figlio, che lo meritava, avrebbe potuto giocare al Milan. Chi aveva segnalato il giovane calciatore D’agostino al Milan nel 1992 per il provino? Era stato proprio Marcello Dell’utri, comunque assolto definitiva­mente dall’accusa di mafia per il periodo successivo al 1992 anche perché quella segnalazio­ne (fatta da Dell’utri su richiesta di un imprendito­re palermitan­o) non prova legami con i Graviano.

Ripensando alla sua condizione di carcerato da 26 anni, all’ isolamento duro del 41 bis, Giuseppe Graviano in carcere, mentre è intercetta­to, nel 2016 chiama Silvio Berlusconi “traditore”. Per il pm Lombardo il boss è ancora arrabbiato per il suo arresto a Milano che non si aspettava. I carabinier­i protagonis­ti dell’arresto in questi giorni sono stati sentiti dai pm di Firenze. Forse 26 anni dopo quell’arresto il segreto sulla fonte confidenzi­ale, a detta loro non legata a Milano, potrebbe essere caduto.

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FOTO ANSA Il duo I fratelli Filippo e Giuseppe Graviano, al carcere duro del 41-bis dal 1994

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