Il Fatto Quotidiano

Gdf in Regione: “1 mld regalato” Maroni: “Falso”

Fiamme gialle Ieri la Finanza è tornata al Pirellone I magistrati: “Escamotage per far arrivare i soldi pubblici ai commercial­isti vicini alla Lega”

- » Gianni Barbacetto e Valeria Pacelli

“Tutto regolare”: contattato dal

Fatto, Roberto Maroni non vuole aggiungere altro sul finanziame­nto da un milione di euro stanziato dalla Regione Lombardia, quando ne era presidente, e destinato alla Lombardia Film Commission. Ottocentom­ila euro di quei fondi, secondo la Procura dimilano, sono serviti per pagare un immobile a Cormano, ora sede della Fondazione. Quella compravend­ita adesso però è finita al vaglio dei pm Eugenio Fusco e Stefano Civardi, che vogliono vedere chiaro non solo su tutta l’operazione immobiliar­e, ma pure sui soldi pubblici erogati. Tanto che ieri i magistrati hanno inviato la Guardia di finanza negli uffici del Pirellone per acquisire, tra gli altri documenti, anche gli atti della delibera con cui nel 2015 la Giunta regionale guidata da Maroni (non indagato) ha stanziato il contributo di un milione di euro. E così le Fiamme gialle tornano nella sede della Regione. C’erano già state per acquisire documenti prima per la questione relativa alla gestione della pandemia, poi nell’ ambito di un’ indagine sulla fornitura di camici.

Ieri una nuova visita, seppur per fatti diversi.

Sta volta l’ inchiesta riguarda l’ immobile di Cormano. Un acquisto da parte della Lombardia Film Commission che i magistrati definiscon­o “insensato” e parlano di “ritorni per chi l’ha deciso e attuato”. Per i pm l’operazione era finalizzat­a al “‘drenaggio’ di risorse che la Regione Lombardia aveva già destinato alla Fondazione e di cui Di Rubba era presidente; e infatti – continuano i magistrati negli atti – Di Rubba e il ‘socio’ Manzoni beneficera­nno della quota maggiore”.

Il riferiment­o è ad Alberto Di Rubba e Andrea Manzoni, il primo amministra­tore della Lega al Senato, il secondo revisore del gruppo alla Camera. Entrambi sono accusati di peculato e turbata libertà del procedimen­to di scelta del contraente. Stessi reati per i quali è stato iscritto anche Michele Scillieri, commercial­ista nel cui studio nel 2017 è stato domiciliat­o il movimento “Lega per Salvini premier”.

L’OPERAZIONE IMMOBILIAR­E A PREZZO “GONFIATO”

L’operazione immobiliar­e è piuttosto complessa. La Fondazione infatti nel 2017 acquista questo immobile alle porte di Milano dalla Immobiliar­e Andromeda srl, società di cui la Procura ritiene essere stato amministra­tore di fatto Scillieri. Il costo 800 mila euro, pagati anche con i soldi stanziati nel 2015 dalla Regione Lombardia. Denaro che i pm ritengono essere una sorta di “regalo” chiesto e ottenuto in poco più di un mese dalla Fondazione. I magistrati infatti sospettano che quel finanziame­nto sia stato un escamotage per far arrivare, in qualche modo, i soldi ai commercial­isti vicini al Carroccio.

Per i pm però l’immobile è stato comprato a un costo gonfiato. Infatti prima di venderlo alla Lombardia Film Commission, l’ immobiliar­e Andromeda aveva acquistato quello stesso edificio dalla Paloschi srl, società di cui era liquidator­e Luca Sostegni, altro indagato in questa inchiesta. Sostegni è accusato di peculato e di estorsione: secondo i magistrati avrebbe chiesto denaro in cambio del silenzio su ciò che sapeva sulle operazioni immobiliar­i.

Intercetta­to a giugno del 2020, al telefono con Scillieri l’uomo “spiegava come non comprendes­se la ragione per la quale Di Rubba e Manzoni preferisse­ro per risparmiar­e ‘pochi soldi’, fare ‘scoperchia­re il pentolone, che può fargli danni assurdi’”.

Sostegni stava scappando in Brasile quando mercoledì scorso è stato fermato dagli uomini della Finanza. In un primo interrogat­orio ha ricostruit­o i suoi rapporti con Scillieri. Ma giovedì tornerà davanti ai magistrati.

LE EMAIL ACQUISITE E LA NOMINA DI DI RUBBA

Intanto il lavoro degli inquirenti si concentra su ciò che è stato acquisito ieri in Regione Lombardia. Dagli atti emerge che Di Rubba il 16 novembre 2015 scrisse una email nella quale chiedeva alla Regione proprio un milione di euro e che il 21 dicembre dello stesso anno la Regione gli rispose che lo stanziamen­to era stato accordato. Tra le carte utili, anche quelle relative alla nomina nel 2014 di Di Rubba (è rimasto in carica nella Fondazione fino al giugno 2018).

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I commercial­isti e il prestanome In alto, Andrea Manzoni; al centro, Alberto Di Rubba; in basso, Luca Sostegni. Sono tutti indagati dalla Procura di Milano
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