Attentato Antoci, a Roma i partiti attaccano Fava
“Prendo atto delle sollecitazioni che mi sono arrivate a vergognarmi o a ritenermi indegno... credo che l’antimafia non sia una chiesa e non sia previsto cantare messa, che anche in questa parola così astratta e così complessa ci sia il dovere e la libertà di porsi tutte le domande che servono e pazienza se qualcuno ci resta male”. Claudio Fava, presidente della commissione antimafia siciliana ha concluso così ieri una surreale audizione a Roma davanti alla commissione parlamentare antimafia presieduta da Nicola Morra (M5s).tema: una vicenda mai del tutto chiarita, quella dell’attentato a Giuseppe Antoci, allora presidente del Parco dei Nebrodi, il 18 maggio 2016.
Audizione surreale tanto da sembrare scritta dal genio di Pirandello o su qualche pagina firmata Camilleri. È la Sicilia. E a Roma è andata in scena la pièce teatrale “Tutti contro Claudio Fava”. Tutti d’accordo dal Pd ai 5Stelle passando per Forza Italia, fino all’ex grillino (ora gruppo Misto) Mario Giarrusso: “Indegno presidente”, ha urlato contro Fava. Poco prima si era saputo dell’archiviazione della nuova indagine avviata dopo la pubblicazione della relazione-fava sull’attentato Antoci, che nulla chiarisce rispetto a movente e dubbi emersi. “Sebbene le indagini – scrive il gip – non abbiano consentito di risalire agli autori dell’attentato, alle sue modalità, al movente, la conclusione raggiunta dalla commissione, appare preconcetta e non supportata da alcun dato probatorio”. Fava replica: “Linguaggio stravagante e superficiale quello del gip che accusa di elucubrazioni e di illazioni sul coinvolgimento di Antoci nel falso attentato, ma è falso, noi scriviamo che Antoci in ogni caso è vittima”.
Fava poi denuncia pubblicamente tra strepiti e urla di onorevoli e senatori che la Procura dimessina “non ha svolto nessun nuovo atto d’indagine limitandosi a leggere la nostra relazione”. Anche Antoci affronta Fava urlandogli: “Dimettiti”.