Il Fatto Quotidiano

• Sabelli Il Marchese in mascherina

- CLAUDIO SABELLI FIORETTI

MASCHERINA. Una volta voleva dire carnevale. Oggi no. Oggi vuol dire altre cose. Protezione. Rispetto per il prossimo. Molti l’hanno presa anche un po’ sul ridere. Perché no. Girano con mascherine colorate, magari griffate. Ma alcuni l’hanno presa come una offesa. Alcuni, per fortuna pochi, fanno i bulletti. Soprattutt­o tre, che in realtà sono proprio dei bulletti, Sgarbi, Salvini e Di Battista. Loro tre sono vip, anzi vips. Sono egocentric­i, esibizioni­sti, sono la controfigu­ra del Marchese del Grillo, io so’ io e voi non siete un cazzo. Loro sono politici e i politici non sono quelli che fanno le leggi, sono quelli che non le rispettano. Sgarbi in commission­e si rifiuta di indossarla, fa un gesto “politico”. Dice: “Sono malato” e quasi gli viene da ridere se non fosse impegnato a urlare. Salvini, al Senato per un convegno, dice che lui la mascherina non ce l’ha e anche se ce l’avesse non la indossereb­be. Infatti qualcuno gliela dà e lui se la mette in tasca. È anche recidivo (almeno un migliaio di volte): abbraccia chiunque gli capiti a tiro per farsi un selfie, guancia a guancia. Senza mascherina. Dibba fa il cameriere a Ortona, gira fra i tavolini portando cocktail e fritture di pesce, con la mascherina eleganteme­nte sul collo, come un foulard. Così la portano i paraculi, quelli che la legge è fatta per il popolo. A loro la mascherina non serve. Loro sono immuni. A loro il Covid, quello degli altri, li scansa. E quello loro non lo cedono a nessuno. Ci sarebbe la storia del buon esempio. Salvini, Dibba e Sgarbi che danno il buon esempio? Ma allora sapete che vi dico? Se loro non danno il buon esempio, noi diamogli la multa.

Non si può multare il Marchese del Grillo?

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