Il Fatto Quotidiano

“Volevamo chiudere altri dieci Comuni” Ma la richiesta non c’è

- » Davide Milosa

La zona rossa nel Lodigiano non doveva fermarsi a dieci Comuni, ma allargarsi a 20 paesi per un totale di oltre 70mila abitanti. Una cintura molto più ampia che avrebbe comunque escluso la città di Lodi. Questo emerge da un audio del 23 febbraio, pubblicato in esclusiva dal Fatto il 17 giugno scorso, registrato durante una riunione in videoconfe­renza alla presenza anche del governator­e Attilio Fontana, dei vertici della protezione civile e del prefetto di Lodi, Marcello Cardona. L’audio è chiarissim­o, ci ritornerem­o. Ora ciò che conta è capire se quella decisione arrivò mai sui tavoli romani visto che l’ampliament­o non si è mai verificato. Per quanto risulta al Fatto , che ha consultato fonti interne a Palazzo Chigi e al Viminale, al governo non arrivò mai alcuna richiesta di allargamen­to della zona rossa da parte della Regione. Il che contrasta con la dichiarazi­one resa dall’assessore Giulio Gallera il 17 giugno dopo la pubblicazi­one dell’articolo. Allora Gallera disse all’ansa: “La lista veniva comunicata immediatam­ente al governo. Poco dopo, la risposta del governo evidenziav­a l'impossibil­ità di accogliere la richiesta della Lombardia nella sua totalità perché il blocco di un'area così vasta avrebbe comportato l'impiego di un numero troppo elevato di forze dell'ordine”.

DURANTE L’AUDIO

del 23 febbraio, registrato a 48 ore di distanza dalla scoperta del primo malato Covid a Codogno, Fontana snocciola i nomi dei nuovi Comuni: sono dieci in più della provincia di Lodi rispetto a quelli che saranno cinturati. A quel punto il prefetto Cardona dice: “Adesso appena Attilio mi formalizza questi comuni (...) lavoriamo sui nuovi check perché li dobbiamo mettere su carta”. Appare evidente che quell’atto formale non arrivò mai e la prima zona rossa si limitò a dieci comuni. In quel momento la città di Lodi resta esclusa e questo nonostante l’osped ale abbia già ricoverati due pazienti Covid. Altri casi in quelle ore si materializ­zarono in diversi comuni non compresi nella cintura. Va da sé che il contagio era già tracimato. Era dunque una scelta corretta quella di allargare la zona rossa. Eppure la Regione

Regione Lombardia Gallera disse: “Il governo ha risposto che non ha uomini” A Roma non avevano chiesto nulla. E Lodi è rimasta aperta

non formalizzò mai la richiesta. Non lo fece con la presidenza del Consiglio e neppure, per quanto risulta al Fatto , con i vertici della Protezione Civile. E questo nonostante durante l’audio sempre il prefetto Cardona dica: “Comunico poi al dipartimen­to della Pubblica sicurezza che è già preavvisat­o, l’ho già detto e l’ho già comunicato anche al ministro dell’interno che ci sarà un ulteriore allargamen­to”. Evidenteme­nte il prefetto parlò informalme­nte con Roma come si comprende dall’audio. Un colloquio al quale la giunta regionale guidata da Fontana non fece seguire una richiesta formale.

ORA BISOGNERÀ

capire per quale motivo quella richiesta non arrivò mai. La Regione decise che l’allargamen­to non era più necessario? Per quanto risulta al Fatto , la documentaz­ione sulla zona rossa del Lodigiano è stata acquisita dalla Procura di Bergamo che indaga sulla mancata apertura della zona rossa attorno ai Comuni di Alzano Lombardo e Nembro. Una scelta sciagurata sulla quale governo e Regione si rimpallano le responsabi­lità. Non meno grave quello che è accaduto in provincia di Lodi. Qui il capoluogo non distante dal focolaio di Codogno e via di comunicazi­one per Milano è rimasto aperto fino all’8 marzo. E questo nonostante la Regione fosse stata allertata dai membri della sua ta

sk force come Massimo Vajani, presidente dell’ordine dei medici di Lodi. “Più volte – dice al

Fatto – ai tavoli con la Regione ai quali ho partecipat­o ho sottolinea­to che la città di Lodi doveva essere considerat­a zona rossa, nessuno mi ascoltò”.

LA RIUNIONE I VERTICI REGIONALI PARLAVANO DI PAESI MAI INDICATI ALL’ESECUTIVO

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LAPRESSE / ANSA Assessore al Welfare Giulio Gallera. In alto, un blocco della zona rossa nel Lodigiano
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