Mattarella avvisa i No-covid (e avalla l’emergenza)
Quirinale Schiaffo ai negazionisti
In condizioni normali sarebbero sembrate frasi di senso comune, ovvie, prive di sostanza politica. Invece in un Paese in cui il leader delle opposizioni rifiuta di indossare la mascherina in un convegno del Senato sul Covid – dove peraltro diversi relatori negano l’esistenza stessa del virus – le parole di Sergio Mattarella hanno un peso specifico e un senso molto chiaro. Durante la cerimonia del Ventaglio al Quirinale, il presidente della Repubblica esprime un principio talmente limpido e lineare che arriva come uno schiaffo a chi sostiene il contrario: la libertà non c’e n tra nulla con il diritto a far ammalare gli altri.
“Talvolta – le parole esatte del capo dello Stato – viene evocato il tema della violazione delle regole di cautela sanitaria come espressione di libertà. Non vi sono valori che si collochino al centro della democrazia come la libertà. Naturalmente occorre tener conto anche del dovere di equilibrio con il valore della vita, evitando di confondere la libertà con il diritto di far ammalare altri”.
MATTARELLA
specifica: “Non entro nel dibattito politico, com’è dovere di chi ricopre ruoli di garanzia”. Ma il messaggio è inevitabilmente politico e non si fa fatica a individuare il primo destinatario: Matteo Salvini, che in questa settimana ha fatto l’occhiolino a “negazionisti” del virus e ribelli delle restrizioni.
L’intervento è in perfetto stile Mattarella: parole piane, discorsi senza enfasi, concetti molto pesanti. Il presidente della Repubblica è meravigliato dalla rapidità con cui sbiadisce la memoria collettiva dei mesi passati: “Sarebbe bene ogni tanto rileggere i prospetti quotidiani. Io li conservo a partire dai primi giorni di marzo. Non possiamo e non dobbiamo dimenticare quel che è avvenuto, le settimane in cui morivano, quotidianamente, centinaia di nostri concittadini. In cui medici e infermieri profondevano sforzi immani correndo rischi personali molto alti. In cui nei cimiteri non si trovava spazio per i feretri. Appena quattro mesi fa – era il 31 marzo – sono morti in quel solo giorno oltre 800 nostri concittadini”. Erano i giorni in cui persino Salvini si agitava sui social network: “Chiudere, chiudere, ch iude re”. Prima di cambiare idea molte volte. “Imparare a convivere con il virus finché non vi sarà un vaccino – c o n c lu d e Mattarella – non vuol dire comportarsi come se il virus fosse scomparso”.
IL RESTO
dell’ intervento è dedicato alla riapertura delle scuole, alla stampa (“C’è l’opportunità di rilanciare il giornalismo, opposto alle fabbriche di fake news”) e all’europa (“La quantità e la qualità di risorse stanziate hanno una portata storica. Ora tocca all’italia fare la sua parte”). Pure queste parole sono una replica implicita alle ultime convulsioni polemiche di Salvini, che ha attaccato i giornali (“Il Corriere del
la Sera è diventato peggio del Fatto ”) e ridicolizzato l’accordo raggiunto da Giuseppe Conte in sede di Consiglio europeo. L’altro giorno il capo della Lega ha chiamato il Quirinale per esprimere il suo “sconcerto” dopo la proroga dello stato d’emergenza. Ieri – se Salvini ha saputo ascoltare – dal Colle è arrivata una risposta chiara.
MONITI “NON SI PUÒ FARE FINTA CHE IL VIRUS SIA SCOMPARSO”