NANNICINI CONTRO I VERTICI POLEMICA DEM
“Molti sono stati eletti grazie a no i”. Millanterie o meno, poco importa. Mercoledì sera un capannello di senatori di Forza Italia si rallegrava dell ’obiettivo raggiunto: il supporto azzurro alla maggioranza giallorosa non è arrivato sullo scostamento di Bilancio, quando tutti se lo aspettavano, ma in quello sui nuovi presidenti di Commissione. Ovvero in quel genere di elezione a scrutinio segreto in cui, oltre ai “cani sciolti”, i peones si sbizzarriscono con voti organizzati e geometrie variabili. Il risultato per la maggioranza è apocalittico: in almeno dieci commissioni (cinque alla Camera e cinque al Senato), l’opposizione “r esp on sa bil e” di Forza Italia avrebbe messo una toppa, più o meno determinante, alla voragine creata da molti del M5S che non riuscivano a digerire i candidati di Pd e Italia Viva. A dirlo è il pallottoliere.
A Montecitorio le indiziate sono le commissioni Bilancio, Finanze, Ambiente, Trasporti e Giustizia. Nella prima il Pd Fabio Melilli si è dovuto sudare l’elezione andando al
“SVEGLIA PD! Smettiamo di fare la ragioneria del M5S”. Il tweet, a cui mette “like” Giorgio Gori, è del senatore Pd Tommaso Nannicini. Così esplode la polemica tra i dem: gli risponde il consigliere capitolino Giovanni Zannola: “Scottato per la mancata presidenza della commissione Lavoro? Lasci fuori l’identità del Pd” ballottaggio con il leghista Claudio Borghi: almeno quattro 5Stelle hanno teso l’imboscata. Poi c’è Raffaella Paita (Trasporti), eletta con 23 voti contro i 21 di Alessandro Morelli (meno voti rispetto alla maggioranza), ma alcuni 5 Stelle assicurano di non averla votata. Anche qui, Forza Italia ha avuto un peso importante. Per non parlare di Luigi Marattin, l’altra bestia nera renziana dei pentastellati. Nonostante le divisioni, è stato eletto con il più alto margine di tutte le commissioni: 8 voti. Almeno la metà sono azzurri. Sospetti incrociati – nel centro