Betafence, 155 operai licenziati “Non è in crisi”
Abbiamo la prima multinazionale che coglie il pretesto del Covid per preparare la fuga dall’italia. È la Betafence, che il 29 luglio ha annunciato di voler chiudere lo stabilimento di Tortoreto, in provincia di Teramo, dove si producono recinzioni metalliche. Una scelta che manderà a casa 155 persone più altri 150 dell’ indotto. Il saluto al nostro Paese avverrà in tempi molto rapidi, entro l’inizio del 2021. A nulla sono bastati gli utili che per Betafence Italia volano da anni; i dirigenti partiti mercoledì da Londra – quartier generale del gruppo Praesidiad, di cui fa parte l’azienda – e arrivati in Abruzzo per l’incontro con i sindacati hanno parlato di un’operazione dettata dalla recessione globale dovuta all’emergenza sanitaria. Ma la motivazione non ha convinto: “Durante il lockdown hanno chiuso solo per un mese – ha spiegato Mirco D’Ignazio della Fiom – e hanno usato un po’ di cassa integrazione, ma poi la produzione è ripartita a pieno regime”. I danni, in sostanza, sono stati tutto sommato contenuti. Sembra quindi che la spiegazione sia nei risultati di bilancio i quali, seppur rimasti positivi, negli ultimi due anni sono stati leggermente inferiori ai precedenti, con una contrazione del margine operativo. Ecco perché ai sindacati viene il sospetto che le ragioni siano strettamente finanziarie. Praesidiad è in mano al fondo statunitense Carlyle, del qualemarco De Benedetti è dirigente in Europa. I lavoratori sono in sciopero da tre giorni e sperano nell’apertura di un tavolo al ministero dello Sviluppo economico.