Il Fatto Quotidiano

Betafence, 155 operai licenziati “Non è in crisi”

- ROBERTO ROTUNNO

Abbiamo la prima multinazio­nale che coglie il pretesto del Covid per preparare la fuga dall’italia. È la Betafence, che il 29 luglio ha annunciato di voler chiudere lo stabilimen­to di Tortoreto, in provincia di Teramo, dove si producono recinzioni metalliche. Una scelta che manderà a casa 155 persone più altri 150 dell’ indotto. Il saluto al nostro Paese avverrà in tempi molto rapidi, entro l’inizio del 2021. A nulla sono bastati gli utili che per Betafence Italia volano da anni; i dirigenti partiti mercoledì da Londra – quartier generale del gruppo Praesidiad, di cui fa parte l’azienda – e arrivati in Abruzzo per l’incontro con i sindacati hanno parlato di un’operazione dettata dalla recessione globale dovuta all’emergenza sanitaria. Ma la motivazion­e non ha convinto: “Durante il lockdown hanno chiuso solo per un mese – ha spiegato Mirco D’Ignazio della Fiom – e hanno usato un po’ di cassa integrazio­ne, ma poi la produzione è ripartita a pieno regime”. I danni, in sostanza, sono stati tutto sommato contenuti. Sembra quindi che la spiegazion­e sia nei risultati di bilancio i quali, seppur rimasti positivi, negli ultimi due anni sono stati leggerment­e inferiori ai precedenti, con una contrazion­e del margine operativo. Ecco perché ai sindacati viene il sospetto che le ragioni siano strettamen­te finanziari­e. Praesidiad è in mano al fondo statuniten­se Carlyle, del qualemarco De Benedetti è dirigente in Europa. I lavoratori sono in sciopero da tre giorni e sperano nell’apertura di un tavolo al ministero dello Sviluppo economico.

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