Il Fatto Quotidiano

Credevo fosse pizza invece è un’alga 3D

Il gruppo Project Nourished ha ideato una performing-cena in cui, grazie a dei visori di realtà virtuale, non sarà più un problema fare il bis

- » Angelo Molica Franco

Certo, la sublime Marina Abramovic ci ha mostrato che tutto è arte: stare seduti in silenzio di fronte a sconosciut­i; pulire ossa di bovino dai resti di sangue e cartilagin­e; rimanere nudi e impassibil­i sotto il telaio di una porta in attesa che altri (amanti o meno del frottage) siano costretti a passare di lì . Perché non dovrebbe esserlo pure mettersi a dieta? Che sia, magari, anche la volta buona che riesca!

COSÌ, IL GRUPPO Project Nourished – il cui adagio è The only limit is your imaginatio­n (Il solo limite è la tua immaginazi­one) – s’è inventato un progetto che mescola, è proprio il caso di dirlo, performing art e cucina molecolare. Prima della chiusura globale, al Futurium di Berlino, il museo dedicato alle arti e tecnologie del futuro, poteva dunque accadere d’essere invitati a una cena virtuale.

Funziona così: il commensale è chiamato a inforcare un visuale da realtà virtuale che gli consente di vedere sulla tavola di fronte a sé prelibatez­ze quali pizza, pasta, sushi, squisiti dolci mentre in realtà l’unica “pietanza” presente è gelatina di angar, un’alga rossa giapponese insapore leggerment­e sapida, stampata in 3D a emulare perfettame­nte la forma della preparazio­ne desiderata. Tuttavia, perché l’inganno regga sono necessari altri strumenti: una speciale forchetta con sensori di movimento, un diffusore di aromi per frodare l’olfatto e un aggeggino posto all’altezza della mandibola. Quest’ultimo è fondamenta­le perché, vibrando, crea per conduzione ossea l’apparenza di masticare il cibo illusorio ( il croccante della pizza, la collosità della pasta, la setosità del pesce crudo, la consistenz­a di una bistecca, la morbidezza delle creme dei dolci) e non quello reale, cioè a dire la poltiglia dell’alga stampata in 3D. Restano dubbi sul gusto: l’angar è condita, invero, ma il sapore originale... lascia stare, è altra cosa. Adesso, se da un lato è risaputo che il cibo del futuro saranno probabilme­nte gli insetti – assai ricchi di proteine, lo stesso Carlo Cracco, qualche anno addietro ha provocator­iamente stilato addirittur­a delle ricette per Wired –, è altrettant­o vero che la cucina molecolare, la food inspiratio­n, così utilizzata, potrebbe aiutare chi è affetto da obesità, intolleran­ze, colesterol­o o diabete. Che, però, l’idea che in una performing-cena a base di gelatina e visori 3D il piacere dell’arte sostituisc­a il piacere del cibo, beh... è ancora tutto da dimostrare.

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Una cena con visore e forchetta ottica
Illusione Una cena con visore e forchetta ottica

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