E Gavio si candida per Aspi
• IL SECONDO Gruppoautostradale italiano, quello cha fa capo alla famiglia Gavio e ha in concessione 1.400 chilometri di corsie nel nostro Paese, soprattutto nel ricco nordovest, ha sentito l’odore del sangue e ora punta al bersaglio grosso: la rete di Autostrade per l’italia destinata a finire nell’orbita di Cassa depositi e prestiti.
Umberto Tosoni è ingegnere, ha 45 anni e di mestiere fa l’amministratore delegato di Astm, la holding autostradale del Gruppo Gavio, e a pochi giorni dall’inaugurazione del nuovo ponte sul Polcevera a Genova la butta lì: “La vicenda di Aspi è complicata per come si è sviluppata. Sicuramente l’ingresso di Cdp è una garanzia importante dal punto di vista finanziario, ma all’operazione manca un partner industriale”. Mica è una proposta, per carità: “Se qualcuno ci chiederà di farlo noi siamo a disposizione per dare una mano nella logica di un intervento di sistema e per l'interesse del Paese”, ovviamente. Chi potrebbe chiederglielo non è neanche un mistero: sono noti i buoni rapporti del gruppo con l’area politica del centrosinistra (ma s’intendono bene anche con la controparte, vedi i finanziamenti a Giovanni Toti in Liguria), magari meno noti ma davvero ottimi quelli con la ministra delle Infrastrutture, la dem Paolo De Micheli (nella foto).
Se riuscissero a entrare nella futura Aspi, i Gavio si troverebbero a gestire in un modo o nell’altro 5mila chilometri di autostrade in Italia, cioè il 77% della rete. Per il momento si devono accontentare, per modo di dire, di aver messo le mani sulla Sitaf, la società che gestisce i 73 chilometri della Torino-bardonecchia e, soprattutto, i 13 del tunnel del Frejus: Astm s’è aggiudicata la gara indetta dalla sindaca di Torino Chiara Appendino per il 19,3% di Sitaf pagando 272 milioni. Oggi i Gavio hanno, insomma, il 67,2% del capitale della società che ha in gestione il Frejus fino al 2050 e al 31 dicembre 2018 - l’ultimo bilancio presente sul sito - denunciava ricavi per 270 milioni di euro e utili (in crescita del 6% sull’anno precedente) per 30 milioni.
Tornando alla gentile offerta per Aspi, non è certo quello il vero fronte aperto tra Gavio e il governo: il nuovo sistema tariffario dell’autorità dei Trasporti - un po’ meno vantaggioso di quello con redditività da Google ancora in vigore - è una sorta di spauracchio per l’impero formato dal capostipite Marcellino. Anche Astm si oppone con tutte le sue forze alla fine della cuccagna e finora la differenza tra la famiglia piemontese e i Benetton l’ha fatta solo la fortuna: a differenza del Morandi, il crollo del viadotto sulla A6 Torino-savona dell’autunno scorso non ha ucciso nessuno. Solo per caso, però.