Renzi ha messo gli occhi sullo stadio di Firenze
Chi scrive è un semplice cittadino, sebbene anni fa abbia ricoperto l’incarico di presidente del Consiglio di Quartiere 2 (Circoscrizione Campo di Marte) a Firenze, il territorio che dal 1931 ospita lo stadio comunale. L’impianto è sempre stato “croce e delizia” degli abitanti della zona. Da un lato, c’è il radicato affetto per la nostra squadra, la Fiorentina; dall’altro, le conseguenze degli eventi, sportivi e non, che lì hanno luogo: per esempio l’esercito di auto e motorini parcheggiati ovunque, oltre all’inquinamento atmosferico e acustico che questi causano. Ho appreso che recentemente il Senatore Renzi, del Gruppo Partito Socialista Italiano-italia Viva, ha presentato un emendamento al D.L. “Semplificazione”, in pratica cucito ad hoc per il Sindaco di Firenze, il suo figlioccio politico che, nel saturo territorio comunale, non riesce a trovare uno spazio confacente alla nuova proprietà viola. Nell’emendamento si esautora di fatto il controllo e il potere di veto oggi in capo alle Soprintendenze (ormai uno dei pochi argini allo scempio dei nostri paesaggi, prima dell’intervento delle Procure) in materia di tutela degli impianti sportivi storici, quale appunto l’artemio Franchi. Ora, dopo il tentativo di Matteo Renzi di amputare un ramo del Parlamento, dopo le sue iniziative nei confronti della Magistratura, dopo la cancellazione di garanzie fondamentali per i lavoratori (e mi fermo solo per ragioni di sintesi) ci mancava l’ennesima rottamazione del diritto, dell’ambiente e del patrimonio. Per questo, ho scritto al presidente del Consiglio e ai senatori chiedendo loro di fermare questo “tana libera tutti” che darebbe ai sindaci, per interposta persona dei patròn delle società di calcio, mano libera nel tirare su micidiali cattedrali commerciali, spesso, come a Firenze, nel cuore della città.