Il Fatto Quotidiano

Ma mi faccia il piacere

- Marco Travaglio

Dieta a punti. “Risalirò di 10 punti” (Matteo Salvini, segretario Lega, 30.7). Di sutura.

Un apostrofo rosa. “Abbiamo portato a casa un’altro scudetto! #Forzajuven­tus” (Antonio Tajani, vicepresid­ente FI, Twitter, 27.7). E lui, nel partito, è quello colto.

Nassau vende moda. “Quello all’estero era un conto che avevano i miei genitori, una cosa purtroppo di moda a quei tempi...” (Attilio Fontana, Lega, presidente Regione Lombardia, Repubblica, 28.7). E lui, nel partito, è quello furbo.

Intolleran­ze. “Non tollero dubbi su di me” (Fontana, 27.7). Infatti nessun dubbio. Solo certezze.

Memoria corta. “Il 3 ottobre (prima udienza del dibattimen­to su Open Arms, ndr) sarà la prima volta che vado a processo” (Salvini, Corriere della sera, 1.8). No, ciccio, è la seconda: il tuo primo processo si celebrò a Torino il 31 luglio 2013, quando il giudice ti condannò con decreto penale per razzismo alla pena pecuniaria di 5.700 euro per un simpatico coretto intonato a Pontida nel 2009: “Senti che puzza, scappano anche i cani, stanno arrivando i napoletani”.

Voto di castità. “No al taglio dei parlamenta­ri, o il Parlamento sarà in mano alle segreterie” (Simone Baldelli, deputato FI, Corriere della sera, 2.8). Anziché a

Mediaset.

Sala d’aspetto. “La mia ricandidat­ura? Dovrebbe essere collettiva” (Giuseppe Sala, sindaco Pd di Milano, Corriere della sera,

1.8). Perché, stavolta in quanti sareste?

Processo sprint.“Nordio giudica il caso Berlusconi: ‘Strana fretta, troppi errori: sentenza scandalo’” ( Libero, 26.7). In effetti, per un’inchiesta nata nel 2001 e un processo iniziato nel 2006, la Cassazione sentenziò nel 2013 con una fretta sospetta. Ci dev’essere sotto qualcosa.

Celeste nostalgia. “Ai miei tempi la lottizzazi­one nella sanità non c’era” (Roberto Formigoni, collegato dagli arresti domiciliar­i con la festa di Tpi a Sabaudia, 31.7). C’era direttamen­te la corruzione.

Di Boschi e di riviera. “Se fosse capitato a me quello che sta succedendo a Rocco Casalino, le squadre social dei 5Stelle, che un tempo Casalino guidava, mi avrebbero insultato per giorni” (Maria Elena Boschi, senatrice Iv,

Corriere della sera, 29.7). In effetti Casalino, figlio dell’ex vicepresid­ente di Etruria multato da Bankitalia e rinviato a giudizio per bancarotta, ha smosso banchieri e dirigenti di Bankitalia e Consob per salvare la banca paterna. E nessuno dice niente.

Garantismo all’italiana . “Il gup: ‘Lotti dev’essere processato’. Ma l’accusa aveva chiesto l'archiviazi­one” ( il Giornale, 30.7). “Il caso Consip. Storia di un accaniment­o giudiziari­o. A giudizio ipotesi di reato ritenute infondate dai pm” ( Il Foglio, 30.7). Funziona così. Se il pm chiede il rinvio a giudizio e il gup lo accoglie, è un complotto e un appiattime­nto del giudice sul pm, ergo bisogna separare le carriere. Se il pm chiede l’archiviazi­one e il gup l’accoglie, giustizia è fatta. Se il pm chiede l’archiviazi­one e il gup rinvia a giudizio, il pm vale più del giudice.

Scassese. “Serve un organismo burocratic­o speciale, con personale ben selezionat­o” (Sabino Cassese, il Messaggero, 27.7). Quindi non da lui.

Senti chi parla. “Desta perplessit­à e preoccupaz­ione lo stato di inutilizza­zione delle risorse provenient­i dal ministero a seguito del crollo del Ponte Morandi (22 milioni non spesi sui 27 stanziati dal governo Conte, n d r). Questa Procura contabile non conosce le ragioni, anche in consideraz­ione della gravità dell’evento e del pesantissi­mo impatto sulla economia locale e regionale, per cui queste somme non siano state spese o, comunque, spese in misura minima” (Claudio Mori, procurator­e della Corte dei Conti, sul bilancio 2019 della Regione Liguria, 23.7).“I soldi Ue? Inutili in mano a Conte” (Giovanni Toti, ex FI, presidente Regione Liguria, La Verità, 27.7). Massì, diamoli tutti a Toti.

Gaiezze. “In questo paese va così: Travaglio può insultare chiunque, perché cane non morde cane, non ci si mette contro di lui, in un certo ambiente se dici alcune cose è difficile farsi accettare, ma io ho detto e dirò sempre quello che penso” (Gaia Tortora, vicedirett­rice Tgla7, il Giornale, 31.7). Prima esprime il suo alato pensiero (“Travaglio, mavaffancu­lo”) su un giornalist­a che non l’ha mai vista, citata, pensata, calcolata in vita sua, come del resto i telespetta­tori. Poi strilla che è stato Travaglio a insultarla e cerca solidariet­à. Ma in questo brutto Paese nessuno la vede, cita, pensa, calcola. Perché lei, quando dice alcune cose, è scomoda in un certo ambiente. Povera stella. Il titolo della settimana/1.

“Fu abbattuto dai giudici, ma Vignali era pulito. Disarciona­to nel 2011 da un’inchiesta su presunti illeciti, viene riabilitat­o 10 anni dopo dal tribunale. Nel frattempo su Parma si è abbattuta l’ondata grillina, che si alimentò di quelle indagini finite nel nulla” ( La Verità, 28.7). Strano: nel 2015 Vignali ha patteggiat­o 2 anni di reclusione per corruzione e risarcito il Comune con 500mila euro. Era pulito, ma non lo sapeva. Il titolo della settimana/2.

“Rinfaccian­o a Fontana pure la madre” ( Libero , 27.7). Non sospettava di averne una.

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