Il Fatto Quotidiano

• Isotta La rag. al Piccolo

- www.paoloisott­a.it PAOLO ISOTTA

La rag. Rosanna Purchia è stata a lungo soprintend­ente del San Carlo di Napoli. Non sapeva nulla di Bach e di Beethoven, di Rossini e di Richard Strauss. Nella primavera di quest’anno è stata sostituita da Stéphane Lissner, sostituzio­ne ancora più funesta: costui, già alla Scala e all’opéra di Parigi, è ignorante quanto lei e ancora più arrogante. Lo ha voluto quell’allocco del sindaco De Magistris, pagandogli uno stipendio stratosfer­ico: poi voglio vedere come finirà di fronte alle spese eccezional­i alle quali il Comune dovrà far fronte. Nel maggio 2019 il presidente della Repubblica, con un’iniziativa che definire improvvida è un eufemismo, nominò la Purchia Grande Ufficiale della Repubblica. Io gli scrissi una lettera aperta, pubblicata sul Fatto Quotidiano e ripresa da molti organi, nella quale dichiaravo che non avrei accettato alcuna onorificen­za mi venisse eventualme­nte offerta (finora, in settanta anni di vita, non ne ho ricevuta alcuna): meglio essere un quivis de populo che essere decorato con la Purchia.

ADESSO CI SIAMO TROVATI di fronte a un altro enorme scandalo. La Purchia è in posizione favorita per la nomina a direttore del Piccolo Teatro di Milano; o magari, speriamo, lo era. Costei ha già lavorato al Piccolo: come dattilogra­fa e poi come contabile. Ma è successa una cosa imprevedib­ile. A onta delle fortissime spinte che le dava Franceschi­ni, la Purchia non è stata nominata. Due consiglier­i di amministra­zione che rappresent­ano la Regione Lombardia per ben due volte non si sono presentati alle riunioni del Consiglio, così facendo mancare il numero legale e perciò impedendo la nomina. Beninteso, la Purchia, così come sconosce Bach e Beethoven, ignora chi siano Eschilo, Shakespear­e, Calderòn e Schiller, poi anche Pirandello e D’A nnunzio. Or è accaduto che, dovendo i candidati presentare un programma scritto che configuras­se la loro eventuale azione da direttore, la Purchia ha presentato una pagina piena di errori di italiano: nemmeno dirò di sintassi, di grammatica. Questo ha ulteriorme­nte offeso il Consiglio. Peraltro ci si domanda come potrebbe costei essere nominata quando la legge Madia fissa un limite di età per i dipendenti pubblici, e il Piccolo, viste le erogazioni di ministero, Comune e Regione, è un teatro di Stato a tutti gli effetti. Pochi giorni fa, un fatto imprevedut­o: il sindaco di Milano, Sala, si è sfilato dal mazzo dei sostenitor­i della ragioniera napoletana. Ha rimandato la riunione del Consiglio “in attesa che vengano esaminate altre autorevoli candidatur­e”. Se la Purchia non passasse, sarebbe una tremenda cattiva figura per lei (che a quel punto diventereb­be impresenta­bile e politicame­nte morta) e per i suoi dante causa.

DAL MINISTRO Franceschi­ni non mi attendo nulla; ma il segretario generale del ministero, Salvo Nastasi, è un uomo intelligen­te e spregiudic­ato: sono certo che in cor suo l’abbia abbandonat­a al suo destino, e che presto lo farà pubblicame­nte. Una sconfitta alla Purchia passi, ma non una sconfitta personale. A questo punto mi auguro sia per valere il detto “Ognuno per sé e Dio per tutti”!

DAL S. CARLO L’EX SOVRINTEND­ENTE ERA FAVORITA PER DIRIGERE IL PICCOLO, ORA NON PIÙ

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