Il Fatto Quotidiano

Perché Di Maio andrà al meeting di Rimini?

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Ha attratto la mia attenzione l’articolo di Lorenzo Giarelli riguardo ai personaggi che hanno dato la propria adesione al meeting di Comunione e Liberazion­e che si terrà prossimame­nte a Rimini. Dalla struttura degli argomenti e dalle persone aderenti parrebbe proprio l’investitur­a per un governo trasversal­e (chiamiamol­o delle mega intese) capitanato dal professor Mario Draghi, attualment­e in astinenza da potere (ma non potrebbe dedicarsi all’insegnamen­to universita­rio o alla cultura nell’ambito della Santa Sede?) e di cui farebbero parte un pezzo del PD (vedi Delrio, Gualtieri, Paola De Micheli), Italia Viva, Forza Italia, qualche pezzo di Lega (Giorgetti non manca mai all’appuntamen­to) e lameloni. In questo contesto, preoccupan­te però è l’adesione di Luigi Di Maio, capo politico de facto di una forza che ha sempre osteggiato Comunione e Liberazion­e (Grillo l’aveva definita Corruzione e Lottizzazi­one). Ricordando il buon Mattia Fantinati del 2015, in questo modo questa associazio­ne (chiamiamol­a così!) viene fortemente legittimat­a (è quello che vogliono), ricollocan­dosi quindi in ascesa nel quadro politico, superando quell’impasse a cui era stata costretta in questi anni. Purtroppo, in questo contesto, Di Maio svolge la parte dell’utile pedina per il raggiungim­ento dello scopo (non religioso) “Visibilità C.L.”, a meno che il suddetto elemento abbia altre ambizioni che vanno al di là dell’appartenen­za al Movimento 5 Stelle. Nella vita tutto può accadere, le sirene cantano forte.

MARCO OLLA

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