Rider, il confronto esclude le sigle a favore delle App
Il tavolo dei rider è ripartito ieri al ministero del Lavoro, ma le distanze sono le stesse che lo fecero saltare a dicembre 2018: le aziende che consegnano cibo a domicilio insistono nel considerare lavoratori autonomi i fattorini; i sindacati confederali e autonomi chiedono le tutele del lavoro dipendente. Una salita ripida quanto venti mesi fa, anche perché la ministranunzia Catalfo ha invitato solo i sindacati “di lotta”. Assenti i rappresentanti dell ’ Ugl, sigla che in questa trattativa è disposta a fornire la sponda alle imprese. Il sindacato di destra è alleato con l’anar, associazione di rider nata a settembre 2019 su posizioni pressoché congruenti con quelle delle piattaforme, a partire dalla difesa delle paghe a cottimo, cioè ancorate al numero di consegne. Assodelivery, che rappresenta i big del settore come Deliveroo, Glovo e Just Eat, sarebbe più che contenta nell’averli come controparte e firmare con loro il contratto nazionale. Ma la ministra non ha invitato né l’ugl né l’anar, esclusione che suona come una delegittimazione. Assodelivery ne ha comunque invocato la presenza sebbene solo implicitamente facendo riferimento al desiderio di includere i “sindacati comparativamente rappresentativi”. E infatti l’ugl è da settimane impegnata in una rincorsa alla rappresentatività, con l’anar stessa intenta nell ’organizzare giornate di tesseramento. Si vedrà se il ministero proseguirà con la linea dura o sarà costretta a estendere gli inviti per settembre. Per ora, dall’altro lato del tavolo c’è un fronte compatto formato da Cgil, Cisl, Uil e la rete Rider X i diritti, alla quale aderiscono Deliverance Milano e Rider Union Bologna, Napoli, Palermo e Roma. Le rivendicazioni sono la paga oraria, un monte ore garantito, i diritti sindacali, le ferie, la malattia. Risultati finora impensabili visto il modo di ragionare delle app; l’obie ttivo del governo è ambizioso considerando l’insidia delle organizzazioni vicine alle aziende pronte a fare irruzione.