Il Fatto Quotidiano

Ferri, processo sospeso. Nuova incolpazio­ne per Palamara

- ANTONIO MASSARI

Èun destino bizzarro quello che lega Luca Palamara e Cosimo Ferri dal 9 maggio scorso, quello in cui furono entrambi intercetta­ti nell'hotel Champagne di Roma, mentre discutevan­o, alla presenza di Luca Lotti e altri 5 consiglier­i del Csm, della futura nomina della Procura di Roma. Finiti entrambi sotto processo disciplina­re hanno entrambi tentato di ricusare dei giudici. Operazione in parte riuscita per Ferri – sulla sua richiesta, ha stabilito il Csm, dovranno pronunciar­si le Sezioni Unite della Cassazione – e invece fallita per Palamara con Piercamill­o Davigo che è rimasto al suo posto.

E se Ferri “rischia” di vedere rimandato a chissà quando il suo processo, Palamara incassa l’ennesima (siamo a quota 5) incolpazio­ne disciplina­re. Questa volta è accusato di aver “violato consapevol­mente l’obbligo di astensione nel procedimen­to disciplina­re instaurato a carico del magistrato Mara Mattioli”. Palamara era infatti un membro del Collegio della sezione disciplina­re che il 21 giugno 2018 si occupò di Mattioli. Tra il 2017 e il 2018, si legge nell'accusa, Palamara ne aveva caldeggiat­o la nomina per un posto di magistrato segretario presso il Csm chiedendo al suo collega di Unicost Massimo Forciniti, anch’egli membro del Csm, di “tutelarla” durante l’audizione. “Nonostante tale intensità di rapporti”, si legge negli atti, “Palamara partecipav­a – v iolando l’obbligo di astensione – alla decisione” in sede disciplina­re che “commentava il giorno dopo con Forciniti: “Mattioli è andata male purtroppo”. Per quanto riguarda Ferri, anch’egli accusato di aver interferit­o nell’attività del Csm, il suo processo è stato sospeso: le Sezioni Unite Civili della Cassazione dovranno pronunciar­si sull’istanza di ricusazion­e contro due giudici disciplina­ri (i laici Stefano Cavanna e Michele Cerabona) che il Csm non è in grado di sostituire. Ha così investito la Cassazione anche per “scongiurar­e il rischio della paralisi del funzioname­nto di un organo di rilevanza costituzio­nale".

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