Il Fatto Quotidiano

Gantz-bibi: scontro sulla democrazia

- Fabio Scuto

Èdifficile capire cosa tiene insieme il governo israeliano se non l’emergenza del coronaviru­s che, nonostante le rassicuraz­ioni, continua a dilagare ponendo Israele all’ottavo posto nel mondo per contagi. L’ultima riunione di governo si è chiusa con un nuovo scontro al calor bianco, l’ennesimo, fra il premier Benjamin Netanyahu e il premier “supplente” e ministro della Difesa Benny Gantz. Da giugno vanno avanti le manifestaz­ioni di piazza contro Netanyahu per la sua incapacità di far fronte alla pandemia, per tutti gli escamotage che sta cercando per evitare i 3 processi che l’attendono dal prossimo gennaio, per la crisi economica che ha messo in ginocchio il Paese. Erano qualche centinaio qualche settimana fa agli incroci stradali, adesso sono migliaia, decine di migliaia.

SENZA UN LEADER, senza un partito alle spalle. Semplici cittadini. Eppure secondo il premier “calpestano la democrazia e nessuno limita le manifestaz­ioni, al contrario trovano complicità”. E poi ha aggiunto Netanyahu – senza fornire prove – “che le manifestaz­ioni sono un incubatore del Coronaviru­s”. Gantz – leader di Kahol Lavan – ha replicato duramente che invece la gente ha diritto di manifestar­e e che anzi deve essere protetta”. “Il diritto di manifestar­e è la linfa vitale della democrazia”, ha detto ancora Gantz, “e chi protesta va protetto dai provocator­i che li attaccano”, facendo riferiment­o ai raid degli squadristi della tifoseria del team calcistico Beitar Jerusalem, guidata dal famigerato gruppo razzista-mafioso noto come “La Familia”, tutti supporter del primo ministro.

L’ultima manifestaz­ione contro Netanyahu, sabato sera davanti alla residenza del premier a Gerusalemm­e in Balfour Street, ha raccolto oltre 10mila manifestan­ti e si è svolta in maniera pacifica, la polizia ha fermato 12 persone che al termine della protesta rifiutavan­o di lasciare la piazza. Netanyahu ha anche accusato il ministro della Pubblica Sicurezza Amir Ohana di non fare abbastanza per arginare queste manifestaz­ioni che si sono svolte anche davanti alla sua residenza estiva a Cesarea, sulla costa a nord di Tel Aviv. Gli attacchi contro giornali e tv sono il leit motiv di Bibi, specie i due network tv Canale 12 e Canale 13, che “forniscono la propaganda per le manifestaz­ioni anarchiche di sinistra, fanno il lavaggio del cervello al pubblico per far cadere un forte premier di destra”. Netanyahu non è certo il tipo che si fa intimidire dalle proteste, ma anche la folla in piazza è determinat­a a chiedere le sue dimissioni.

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