Gantz-bibi: scontro sulla democrazia
Èdifficile capire cosa tiene insieme il governo israeliano se non l’emergenza del coronavirus che, nonostante le rassicurazioni, continua a dilagare ponendo Israele all’ottavo posto nel mondo per contagi. L’ultima riunione di governo si è chiusa con un nuovo scontro al calor bianco, l’ennesimo, fra il premier Benjamin Netanyahu e il premier “supplente” e ministro della Difesa Benny Gantz. Da giugno vanno avanti le manifestazioni di piazza contro Netanyahu per la sua incapacità di far fronte alla pandemia, per tutti gli escamotage che sta cercando per evitare i 3 processi che l’attendono dal prossimo gennaio, per la crisi economica che ha messo in ginocchio il Paese. Erano qualche centinaio qualche settimana fa agli incroci stradali, adesso sono migliaia, decine di migliaia.
SENZA UN LEADER, senza un partito alle spalle. Semplici cittadini. Eppure secondo il premier “calpestano la democrazia e nessuno limita le manifestazioni, al contrario trovano complicità”. E poi ha aggiunto Netanyahu – senza fornire prove – “che le manifestazioni sono un incubatore del Coronavirus”. Gantz – leader di Kahol Lavan – ha replicato duramente che invece la gente ha diritto di manifestare e che anzi deve essere protetta”. “Il diritto di manifestare è la linfa vitale della democrazia”, ha detto ancora Gantz, “e chi protesta va protetto dai provocatori che li attaccano”, facendo riferimento ai raid degli squadristi della tifoseria del team calcistico Beitar Jerusalem, guidata dal famigerato gruppo razzista-mafioso noto come “La Familia”, tutti supporter del primo ministro.
L’ultima manifestazione contro Netanyahu, sabato sera davanti alla residenza del premier a Gerusalemme in Balfour Street, ha raccolto oltre 10mila manifestanti e si è svolta in maniera pacifica, la polizia ha fermato 12 persone che al termine della protesta rifiutavano di lasciare la piazza. Netanyahu ha anche accusato il ministro della Pubblica Sicurezza Amir Ohana di non fare abbastanza per arginare queste manifestazioni che si sono svolte anche davanti alla sua residenza estiva a Cesarea, sulla costa a nord di Tel Aviv. Gli attacchi contro giornali e tv sono il leit motiv di Bibi, specie i due network tv Canale 12 e Canale 13, che “forniscono la propaganda per le manifestazioni anarchiche di sinistra, fanno il lavaggio del cervello al pubblico per far cadere un forte premier di destra”. Netanyahu non è certo il tipo che si fa intimidire dalle proteste, ma anche la folla in piazza è determinata a chiedere le sue dimissioni.