Il Fatto Quotidiano

E i furbastri della “cassa” avranno pure il regalino

- » Marco Palombi

Il cosiddetto “decreto Agosto” dovrebbe essere in procinto di andare in Consiglio g dei ministri: “Speriamo questa settimana e di pubblicarl­o subito in Gazzetta Uffi

ciale”, ha detto il viceminist­ro Pd all’economia, Antonio Misiani. Si tratta del terzo decreto anti-crisi della serie iniziata a marzo: vale 25 miliardi di maggior deficit, il che porta gli interventi in disavanzo durante l’emergenza Covid-19 a circa 100 miliardi totali.

LA GRAN PARTE dei nuovi interventi si concentrer­à sul lavoro e quel che qui interessa è che la maggioranz­a, oltre a tutto il resto, continua a discutere sui due punti più qualifican­ti del provvedime­nto: la proroga del blocco dei licenziame­nti fino a fine anno e quella della cassa integrazio­ne “Covid”, due cose che vanno necessaria­mente insieme. C'è un bel pezzo del Pd, oltre ovviamente ai renziani, a cui non piacciono le due misure e, sorprenden­temente, è sulla seconda che c’è la battaglia politica più consistent­e a difesa di quelli che chiameremo “i furbetti della Cig”. Una battaglia non attenuata nemmeno dal fatto che in quel testo a lorsignori viene fatto pure un nuovo regalo.

Per capire, bisogna entrare nei dettagli: come si ricorderà, tanto l’ufficio parlamenta­re di bilancio che uno studio Inps-bankitalia hanno evidenziat­o come una percentual­e significat­iva di imprese (una su quattro o addirittur­a una su tre) ha usufruito della Cassa integrazio­ne guadagni nelle sue varie forme pur non avendo avuto cali significat­ivi del fatturato: in sé una cosa sgradevole ma legale, anche se – va detto – è possibile, ma statistica­mente assai improbabil­e in queste dimensioni, non aver subito contraccol­pi nei ricavi avendo lasciato i propri dipendenti a casa (il che comporta che in molti hanno lavorato pur essendo in Cassa integrazio­ne).

Un bel trasferime­nto di ricchezza dalla fiscalità generale a imprese che non ne avevano bisogno (2,7 miliardi secondo le prime stime), questo mentre i redditi dei lavoratori in Cig calavano in media del 27% ( sempre Inps-bankitalia). Ieri ilfattoquo

tidiano.it ha pubblicato – anonimamen­te – alcune storie di dipendenti costretti a lavorare dalla cassa integrazio­ne e, nel colonnino qui accanto, vi chiediamo di raccontarc­i anche la vostra: non sono solo i piccoli truffatori del Reddito di cittadinan­za a meritarsi l’onore delle cronache.

Tornando al decreto a venire, per evitare che anche le prossime 18 settimane di Cassa integrazio­ne finiscano in discreta parte a imprese che non ne hanno bisogno, il governo sta valutando una certa selettivit­à all’ ingresso: è previsto infatti un “c on t ri b ut o” a carico di quelle aziende che chiedano la Cig senza avere avuto perdite superiori al 20% del fatturato.

UNA PREVISIONE quest’ultima che non piace, come detto, a un pezzo di maggioranz­a (vedi l’intervista di ieri del deputato-economista dem Tommaso Nannicini, contrario anche a prolungare il blocco dei licenziame­nti), a non dire dei lamenti di Confindust­ria. Non basta – ai non ingenui cantori delle virtù dell’industrial­e novello Atlante assediato dallo Stato corrotto – nemmeno l’ulteriore “aiutino” inserito nelle bozze del decreto anche per i furbetti di cui sopra: sconti fiscali per chiunque riporti i dipendenti al lavoro, senza riferiment­i a cali di fatturato.

In sostanza, lo Stato ha pagato lo stipendio anche ai dipendenti di aziende che non hanno subito danni dal coronaviru­s e ora le pagherà per far tornare quegli stessi dipendenti al lavoro. Altri sgravi, anche se storicamen­te hanno funzionato molto poco pur costando moltissimo, saranno concessi a chi aumenterà l’occupazion­e rispetto al periodo pre-covid.

PARADOSSO SGRAVI A CHI RIPORTA I DIPENDENTI AL LAVORO

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