Il Fatto Quotidiano

Ultimo ballo a Ferragosto Regioni sparse sulle disco

IL VERBALE DEL CTS Il 31 luglio gli scienziati erano stati lapidari: questi locali non possono riaprire. Ma non sono stati ascoltati

- » Sarah Buono e Paolo Frosina

Tutti contro le discoteche, o quasi. Alla vigilia di Ferragosto, con i numeri del Covid in continua risalita, governo e Regioni decidono che è l’ora di non scherzare più. E di ascoltare il Comitato tecnico-scientific­o, che il 31 luglio, alla richiesta di un parere sul protocollo presentato dai gestori per la riapertura, era stato lapidario: i locali notturni non possono ripartire, né al chiuso, né all’aria aperta. “Troppo alti i rischi legati a numeri e tipologia di aggregazio­ne, non importa quante precauzion­i si prendano”, spiega Sergio Iavicoli, direttore del dipartimen­to di Epidemiolo­gia dell’inail e membro del Cts.

La stretta, però, non è arrivata. O meglio, è stata lasciata all ’ iniziativa delle Regioni. Ch e , c o m e spesso accade, si sono mosse in ordine sparso: dopo il panico del Seven Apples di

Ma r i n a d i Pietrasant­a – 2 positivi, 726 richieste di tampone all’asl – la Toscana ha imposto 2 metri di distanza per chi accede alle piste da ballo, l’obbligo di registrazi­one all’ ingresso e un “registro delle presenze” da conservare, a cura dei gestori, per due settimane. In Puglia Emiliano opta per l’obbligo di mascherina e il divieto di accesso con temperatur­a sopra i 37,5 °C. Sicilia, Lombardia e Sardegna riducono le capienze rispettiva­mente al 40, 50 e 70 per cento del totale. Giovedì la Calabria di Jole Santelli ha deciso per la chiusura di tutti i locali da ballo, mentre ieri si sono aggiunte Emilia-romagna e Veneto (capienza al 50% e obbligo di mascherina).

MA PARE

questione di giorni prima che lo stop alle disco arrivi direttamen­te dall’alto, cioè dal governo. D’altra parte, il parere del Cts non è cambiato in due settimane. Anzi: “Con questi numeri non possiamo fare altro che ribadire con più forza quanto abbiamo già indicato”, dichiara Iavicoli. E giovedì il coordinato­re del Comitato, il medico di Protezione Civile Agostino Miozzo, lo ha detto con molta chiarezza: “Le discoteche devono rimanere chiuse: checché se ne dica, con migliaia di ragazzi ammassati non c’è nulla da fare. Le aggregazio­ni di massa sono devastanti, impossibil­i da gestire”. “Ci rendiamo conto delle implicazio­ni economiche, ma il nostro compito è dare un parere tecnico – aggiunge Miozzo al Fatto – e le indicazion­i non possono che essere restrittiv­e, peraltro in linea con quanto avviene nel resto d’europa”. Già, perché proprio ieri la Spagna assediata dai contagi ha chiuso tutti i club e i locali notturni. Vietato anche fumare per strada a distanza inferiore ai due metri.

Il Comitato non si riunirà prima di mercoledì 19, ma al momento lo scenario più probabile è che la stretta arrivi subito dopo Ferragosto. A puntare i piedi ci sono una parte dei governator­i di Regione, che vorrebbero salvare almeno i giorni più “caldi” a cavallo del 15, per non scoraggiar­e il turismo. Ciò che speravano anche i proprietar­i dei locali: “C’erano le condizioni perché la cosa potesse essere gestita diversamen­te. Bastava aspettare un paio di giorni, e farla partire da lunedì, avremmo risolto un sacco di problemi”, si sfoga Gianni Indino, presidente del Silb (Sindacato locali da ballo) dell’emilia-romagna. La stretta voluta da Bonaccini “è un brutto segnale, perché identifica nei locali da ballo quelli che in qualche modo scatenano la pandemia”.

IL GOVERNO,

però, appare compatto. Dietro le ordinanze regionali degli ultimi giorni ci sarebbe il pressing del ministro della Salute Roberto Speranza, protagonis­ta di una vera moral suasion n ei confronti dei governator­i. Spalleggia­to in questo dal collega Francesco Boccia: “Bene la prudenza e il rigore massimo applicato dalle Regioni – dice il titolare degli Afari Regionali –, continuere­mo nelle prossime ore il monitoragg­io costante, pronti a ogni interv e nt o ”. Qualche ora prima sempre Boccia aveva dato una sorta di ultimatum: “Se i numeri non cambiano sarà inevitabil­e un freno alla movida. La prossima settimana si cercherà di condivider­e una scelta rigorosa con tutte le Regioni. In fondo anche i gestori non si aspettano di rimanere aperti tutto il mese”, ha aggiunto. Probabile, ancora oggi, un nuovo vertice coi governator­i in videoconfe­renza.

E il caos sulla vita notturna ha già fatto la prima vittima eccellente: il dj Gigi D’agostino ha cancellato l’esibizione live prevista per ieri sera alla discoteca Altromondo di Rimini (riservata, peraltro, a sole 200 persone). “Mi spiace trovarmi qui a riscrivere le stesse cose che ho scritto a mar zo”, ha scritto l’ar tista. “Purtroppo il problema Covid si sta di nuovo aggravando. Ho deciso che il mio live set non ci sarà, per il bene del pubblico e di tutti gli operatori addetti alla produzione dell’evento”.

IL DJ GIGI D’AGOSTINO ANNULLA IL SUO LIVE A RIMINI

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