“In 30 giorni dovrà darli tutti al Fatto, inclusi i consiglieri”
Pasquale Tridico ha preferito attendere. I nomi dei parlamentari che hanno richiesto il bonus Covid ancora non ci sono, ma l’audizione di ieri in commissione Lavoro alla Camera conferma, se non altro, che l’identità dei politici potrebbe essere rivelata presto e che, questa è la novità, l’autorità Garante per la privacy potrebbe dare il via libera anche per la trasparenza sui consiglieri regionali coinvolti se – come prevedibile – confermerà la posizione già espressa nei giorni scorsi. A sostenerlo è Caterina Malavenda, avvocato esperta di diritto dell’informazione che sottolinea anche come almeno una “richiesta formale dei nomi” all’inps sia già pervenuta, vista la domanda di accesso agli atti inviata dal Fatto .
Avvocato Malavenda, perché non sono emersi i nomi?
Credo che Tridico abbia prudentemente voluto tutelarsi per evitare che qualcuno degli interessati, ritenendo illegittima la divulgazione del suo nome, potesse agire nei suoi confronti per violazione della privacy, a mio avviso in maniera infondata.
Perché un altro parere del Garante?
Sul merito si è già espresso, ma lo ha fatto con una nota stampa che è servita a rendere nota la sua posizione. Un parere motivato, reso dai componenti dell’autorità su espressa richiesta dell’inps, avrebbe una precisa valenza giuridica e, se fosse positivo, i nomi potranno esser resi noti senza alcun rischio di conseguenze legali.
Non sono stati citati neanche i nomi noti. Perché?
Se l’inps ha ritenuto di non rivelare l’identità degli altri interessati, non avrebbe avuto senso confermare quelli già noti senza il loro consenso.
Se il Garante darà l’ok, avremo trasparenza anche sui consiglieri regionali?
È probabile di sì, ma occorre vedere la richiesta dell’inp s , perché è a quella richiesta che risponderà. Stando al comunicato, il Garante potrebbe dichiarare divulgabili le generalità di tutti i soggetti eletti che hanno chiesto il bonus, com
La richiesta di accesso del Fatto è un passo avanti all’iter del Parlamento
prendendo deputati, consiglieri regionali e comunali, anche se questi ultimi, percependo solo un gettone di presenza, potrebbero aver chiesto il sussidio per un reale stato di indigenza e ciò renderebbe tutelabile la loro privacy, sempre secondo il comunicato del Garante.
Quindi non sarebbe più necessario il consenso di ogni consigliere regionale?
Se l’autorità autorizza l’inps con parere formale e motivato, l’istituto non ha più motivo di tacere quei nomi. Il Fatto ha presentato richiesta di accesso agli atti. Che esito avrà?
L’inps ha 30 giorni per rispondere. Il Fatto è persino un passo avanti rispetto alla Commissione perché la richiesta all’inps era diretta anche al Garante per il suo parere ed è pervenuta prima rispetto a quella della Camera. In più, il Fatto è titolare del diritto di informare costituzionalmente garantito, e l’interesse pubblico è nelle cose. Ci sono tutti gli elementi perché l’inps risponda positivamente, se il Garante confermerà la sua posizione.