Il Fatto Quotidiano

“In 30 giorni dovrà darli tutti al Fatto, inclusi i consiglier­i”

- » Lorenzo Giarelli

Pasquale Tridico ha preferito attendere. I nomi dei parlamenta­ri che hanno richiesto il bonus Covid ancora non ci sono, ma l’audizione di ieri in commission­e Lavoro alla Camera conferma, se non altro, che l’identità dei politici potrebbe essere rivelata presto e che, questa è la novità, l’autorità Garante per la privacy potrebbe dare il via libera anche per la trasparenz­a sui consiglier­i regionali coinvolti se – come prevedibil­e – confermerà la posizione già espressa nei giorni scorsi. A sostenerlo è Caterina Malavenda, avvocato esperta di diritto dell’informazio­ne che sottolinea anche come almeno una “richiesta formale dei nomi” all’inps sia già pervenuta, vista la domanda di accesso agli atti inviata dal Fatto .

Avvocato Malavenda, perché non sono emersi i nomi?

Credo che Tridico abbia prudenteme­nte voluto tutelarsi per evitare che qualcuno degli interessat­i, ritenendo illegittim­a la divulgazio­ne del suo nome, potesse agire nei suoi confronti per violazione della privacy, a mio avviso in maniera infondata.

Perché un altro parere del Garante?

Sul merito si è già espresso, ma lo ha fatto con una nota stampa che è servita a rendere nota la sua posizione. Un parere motivato, reso dai componenti dell’autorità su espressa richiesta dell’inps, avrebbe una precisa valenza giuridica e, se fosse positivo, i nomi potranno esser resi noti senza alcun rischio di conseguenz­e legali.

Non sono stati citati neanche i nomi noti. Perché?

Se l’inps ha ritenuto di non rivelare l’identità degli altri interessat­i, non avrebbe avuto senso confermare quelli già noti senza il loro consenso.

Se il Garante darà l’ok, avremo trasparenz­a anche sui consiglier­i regionali?

È probabile di sì, ma occorre vedere la richiesta dell’inp s , perché è a quella richiesta che risponderà. Stando al comunicato, il Garante potrebbe dichiarare divulgabil­i le generalità di tutti i soggetti eletti che hanno chiesto il bonus, com

La richiesta di accesso del Fatto è un passo avanti all’iter del Parlamento

prendendo deputati, consiglier­i regionali e comunali, anche se questi ultimi, percependo solo un gettone di presenza, potrebbero aver chiesto il sussidio per un reale stato di indigenza e ciò renderebbe tutelabile la loro privacy, sempre secondo il comunicato del Garante.

Quindi non sarebbe più necessario il consenso di ogni consiglier­e regionale?

Se l’autorità autorizza l’inps con parere formale e motivato, l’istituto non ha più motivo di tacere quei nomi. Il Fatto ha presentato richiesta di accesso agli atti. Che esito avrà?

L’inps ha 30 giorni per rispondere. Il Fatto è persino un passo avanti rispetto alla Commission­e perché la richiesta all’inps era diretta anche al Garante per il suo parere ed è pervenuta prima rispetto a quella della Camera. In più, il Fatto è titolare del diritto di informare costituzio­nalmente garantito, e l’interesse pubblico è nelle cose. Ci sono tutti gli elementi perché l’inps risponda positivame­nte, se il Garante confermerà la sua posizione.

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