OSPEDALI PIENI A MILANO E IN CAMPANIA (CHE FERMA GIÀ LE SCUOLE)
Se in pochi giorni il dato schizzerà a 15/20 mila sarà lockdown notturno, due settimane per valutare
Nessuno indica una soglia in chiaro, ma nei palazzi governativi a mezza bocca si dice: “Se nei prossimi giorni i nuovi contagi schizzassero a 15/20 mila al giorno un altro Dpcm con una sorta di coprifuoco sarà preso in considerazione. Per scongiurare questo scenario, entro due settimane le ultime misure dovranno aver dato frutti”. Per ora i numeri allarmano: +8.804 (+1.472 rispetto a mercoledì), nuovo record di tamponi a 162.932 (+10.736 sul giorno precedente) e 83 morti, dato raddoppiato in 24 ore. E arriva il quasi- lockdown di De Luca che fa infuriare la ministra Azzolina con la chiusura di scuole e università in Campania.
L’altro numero sotto osservazione è quello delle terapie intensive, ovviamente, che ieri ha registrato un +47 pazienti portando il totale a 586. In reparti ordinari +326 e un totale di 5.796 malati di Covid-19. Le persone in isolamento domiciliare sono 92.884 (+6.448), mentre guariti e dimessi sono 245.964, con un incremento di 1.899 persone: quindi di nuovo decisamente di meno rispetto ai nuovi infetti. E anche il monitoraggio settimanale Gimbe uscito ieri pare un bollettino di guerra: +61% terapie intensive e +40% ricoveri, + 39,4% decessi, + 104,2% nuovi casi col + 14,4% di nuovi tamponi.
La parola lockdown – chiusura di quasi tutte le attività produttive e delle scuole con la straordinaria limitazione della possibilità di spostamento dei cittadini – ritorna quindi di moda nel dibattito e rimane come uno spettro sull’italia, ma il premier Giuseppe Conte, ieri impegnato a Bruxelles nel Consiglio europeo, non vorrebbe prendere in considerazione un nuovo blocco totale generalizzato, auspicando chiusure a macchia di leopardo concordate con le Regioni. E ieri proprio il presidente della conferenza delle Regioni, il governatore dell ’ Emilia- Romagna Stefano Bonaccini ha avvalorato questa ipotesi: “Le cose fatte in intesa con il governo, hanno sempre funzionato da quando è iniziata la pandemia, con il governo che emana decreti e le Regioni che hanno poteri restrittivi. La diffusione del virus non è omogenea”. Come da copione il primo a muoversi è Vin
cenzo De Luca: in Campania ieri +1.100 positivi e saldo superato di 800 persone tra nuovi contagi e guariti che lo stesso De Luca aveva indicato come limite prima di “chiudere tutto”. La nuova ordinanza regionale prevede feste in casa solo per “il nucleo familiare convivente”, cibo da asporto non oltre le 21, e soprattutto scuole e università serrate con didattica a distanza fino al 30 ottobre. “Una decisione gravissima e profondamente sbagliata – per la ministra dell’istruzione Lucia Azzolina intervenuta ieri sera su Radio1 Rai –. La scuola è sicura, le scuole dovrebbero essere le ultime a chiudere in questo Paese. Vogliamo togliere agli studenti un diritto costituzionalmente sancito perché i problemi stanno da altre parti? Cosa faranno ora i ragazzi? De Luca pensa che rimarranno a casa? Il governatore dovrebbe tenerle aperte le scuole per capire meglio da dove arrivano i contagi. In Campania solo lo 0,075% degli studenti è risultato positivo al Covid e di sicuro il virus non è stato contratto in classe. La media nazionale degli alunni che hanno contratto il coronavi
rus è dello 0,080%, la Campania è al di sotto anche della media nazionale. Capisco la preoccupazione di De Luca per la crescita dei contagi, ma sicuramente non è colpa della scuola. Lo dicono i dati”. E la ministra non esclude neppure il braccio di ferro legale: “Un eventuale ricorso? Si leggerà l’ordinanza e poi il governo deciderà tutto insieme”.
Anche a Milano c’è l’ipotesi di una nuova stretta locale conseguente a un indice di contagio Rt superiore a quota 2. Si vedranno oggi il governatore Attilio Fontana e il sindaco Beppe Sala: “Bisogna agire in fretta. Ma non prevedo interventi radicali rispetto al Dpcm”. Brutti numeri anche in Toscana: di nuovo vietate le visite alle Rsa; e a Piacenza: la Ausl chiude tutti gli ospedali alle visite dei parenti.