• Cannavò Macron può, Conte no
Sembra che uno spettro si aggiri in Europa e non è il Covid, ma le misure di emergenza. In Francia, il presidente Emmanuelmacron ha annunciato il coprifuoco a partire dalle 21 in tutte le città poste in stato di massima allerta, compresa Parigi. Coprifuoco nel settore ristorazione anche in Germania dove è stato posto il limite di 10 persone e due famiglie per le feste private.
L’IRLANDA DEL NORD ha chiuso le scuole fino al 2 novembre così come pub e ristoranti a eccezione del servizio di take away. Anche qui è stato disposto il limite di 10 persone alle riunioni e quello di 25 partecipanti ai matrimoni e ai funerali. Coprifuoco anche in Belgio nelle province del Brabante Vallone e del Lussemburgo; chiusura di tutti i bar e i ristoranti per i prossimi quindici giorni in Catalogna e potremmo continuare a lungo.
Tutta l’europa sta rispondendo allo stesso modo all’emergenza sanitaria. Probabilmente in ritardo e senza aver preparato delle contromisure nel periodo estivo che sembra sia stato preso abbastanza sotto gamba un po’ da tutti. Ma le misure sono quelle, anche perché in genere si tratta di indicazioni che provengono dai comitati tecnico-scientifici.
Qualcuno ha sentito allarmi di “colpi di Stato” o richiami al “Grande fratello” di George Orwell? Qualcuno ha accusato Merkel o Macron di instaurare uno “Stato di polizia”? O di voler spiare i cittadini nelle loro case? Eppure non c’è molta differenza tra quelle misure e i nuovi orari indicati dal governo Conte per i bar e i ristoranti o con la “raccomandazione” di non superare le 6 persone in casa, che è costata al ministro Roberto Speranza l’accusa di essere un novello Vyšinski.
Merkel e Macron, invece, non perdono mai lo status di statisti e governanti illuminati, mentre in Italia assistiamo a un teatrino, stucchevole e tedioso, in cui si denuncia un fantasioso “Stato di polizia” con un governo incline allo “spionaggio casalingo” e altre amenità del genere. Matteo Salvini, in procinto (pensate un po’) di fare un viaggio nelle Capitali europee con Giancarlo Giorgetti, magari per mostrare un nuovo profilo moderato, ha commentato così le misure italiane: “Non più di sei persone a casa di ciascuno… Perché sette porta sfortuna? Togliamo la polizia dalle strade e la trasformiamo in Psico-polizia per controllare i condomini? Neanche George Orwell sarebbe arrivato a tanto, siamo alla follia, rileggiamoci 1984”.
SGHIGNAZZAMENTI replicati dalla sua alleata Giorgiameloni, la cui crescita nei consensi elettorali non sembra corrispondere in una crescita di autorevolezza politica. Nel suo intervento alla Camera del 14 ottobre, in occasione delle comunicazioni di Conte sul Consiglio europeo, la sua statura politica ha prodotto frasi di questo tipo: “Ma il divieto di assembramento e l’obbligo di mascherina valgono anche per gli spacciatori nigeriani che bivaccano nelle nostre strade o quelli fate finta di non vederli, perché siete troppo impegnati a mandare la polizia a vietare le cene tra i parenti? Anche questo è un tema di credibilità”. Già, la credibilità inesistente di chi affronta una crisi come quella che ci circonda a colpi di battute, vere fake news, allarmi esagerati e insensati.
Ieri, Forza Italia al Senato ha cercato di non far approvare la conversione del decreto legge del 7 ottobre sulla proroga dello stato di emergenza, prendendosela con la politica dei “pieni poteri” del primo ministro. Ma non va meglio nei commenti della stampa liberale, quella che impartisce lezioni quotidiane sullo “Stato di diritto” e sulla compostezza istituzionale. Pronta a genuflettersi davanti ai Macron e Merkel e altrettanto pronta a trattare il governo italiano come una scolaresca di bambini in grembiule. Da bacchettare e dileggiare.
Forse sarebbe ora di liberarsi del riflesso automatico che impone di valutare l’attuale governo come un’ammucchiata di “scappati di casa” – lo stesso tic che fa scrivere editoriali infuocati contro il Pd incapace di sbarazzarsi dei 5 Stelle – e iniziare ad affrontare con più serietà. Conte e il suo governo è ormai parte integrante del quadro europeo riproponendone virtù e vizi. E il M5S non è più uno “strano animale” visto che ormai ha dimostrato una discreta vocazione di governo. Semmai la discussione andrebbe fatta nel merito: le misure sono adeguate, serviranno, oppure sono tardive? Ma chi può avanzare oggi delle critiche se finora, qualsiasi misura presa, anche quelle che si sono rivelate vincenti, è stata attaccata pregiudizialmente? Dai nazionalisti invasati, ma anche dalla stampa “liberale”.