Il Fatto Quotidiano

Confindust­ria pretende subito i licenziame­nti

La campagna di Confindust­ria Via il blocco a gennaio Le imprese vogliono mano libera. Scontro tra governo e sindacati

- ▶ DI FOGGIA

Una prima ind i c azione dovrebbe arrivare in serata, quando il Consiglio dei ministri licenzierà il Documento programmat­ico di bilancio, una sorta di bozza della manovra, che l’esecutivo invierà a Bruxelles. Ma la guerra per superare il blocco dei licenziame­nti è già partita. La campagna martellant­e della Confindust­ria, guidata dal neo presidente Carlo Bonomi - arrivata a punte di vero folclore tipo “il blocco dei licenziame­nti è il blocco anche delle assunzioni” (lo ha detto davvero all’assemblea di Assolombar­da) - ha ovviamente trovato ascolto sui media e in parti rilevanti del governo e riacceso le tensioni mentre salgono i contagi da Coronaviru­s.

Ieri è toccato alle parti sociali avvertire il governo. Cgil, Cisl e Uil hanno chiesto di prorogare il blocco in vigore da marzo scorso, ma alleggerit­o nel decreto agosto, oltre la scadenza di fine anno e fino alla durata dello stato di emergenza. È la risposta all’uscita del ministro dello Sviluppo Stefano Patuanelli: “Ritengo che il percorso fatto fino adesso, Cassa integrazio­ne e blocco dei licenziame­nti, non possa essere prorogato ancora”. Un atteggiame­nto “irresponsa­bile” per i sindacati, che annunciano battaglia. “Patua nel li immagina un futuro senza occupazion­e”, l’ha fulminato la leader della Fiom Francesca Re David. L’uscita del ministro divide la maggioranz­a (LEU e pezzi del Pd sono contrari) ma la strada sembra tracciata. Al ministero del Lavoro, guidato dalla grillina Nunzia Catalfo, puntano a prorogare il blocco dei licenziame­nti solo per quelle aziende che useranno la cassa integrazio­ne (come già accade oggi, d’altronde) o la decontribu­zione targata “Covid”.

LA NORMA E I NUMERI

Fino ad agosto scorso il divieto di licenziare era totale, a prescinder­e dall’uso della cassa integrazio­ne con causale “Covid”, disposta dal governo per fronteggia­re l’emergenza. Col decreto Agosto la Cig è stata prorogata per altre 18 settimane e il blocco è stato esteso fino a metà novembre per le aziende che hanno usufruito di tutta la Cig e fino a fine anno per le altre. Si può licenziare però in caso di fallimento, cessazione attività o accordo con i sindacati. Che può succedere da gennaio se salta il blocco? Stime attribuite alla Cgil, che però non le conferma, parlano di un milione di posti di lavoro a rischio. L’ufficio studi della Uil, a luglio, ha stimato che senza rinnovo del blocco sarebbero stati a rischio 850 mila posti nel solo 2020, mentre col blocco la stima scende tra 530 mila e 655 mila posti. Vale

la pena ricordare che con la crisi del 2008 si è perso un milione di posti di lavoro in 5 anni. E la crisi attuale sembra, nel medio termine, peggiore ( il crollo del Pil stimato nel 2010, -9%, non ha eguali in tempo di pace).

LE VERE RAGIONI

Le stime della Uil sono al netto delle aziende che hanno aperto o apriranno procedimen­ti di crisi, che devono ricorrere alla Cig straordina­ria. La voglia di licenziare sbandierat­a dalla nuova razza padrona della Confindust­ria, come se le imprese non potessero reggere senza, nasconde altre esigenze. Nel 97% dei casi, la Cig usata nel 2020 è quella con causale “Covid”, che non aveva costi per l’azienda (per le altre tipologie si paga una sorta di ticket) fino all’estate: insomma è stata usta la Cassa integrazio­ne a costo zero, anche senza aver avuto cali di fatturato (è successo per un terzo delle ore autorizzat­e, dice Inps). Ad agosto, quando il governo l’ha resa (un po’) onerosa per quelle aziende che non sono in difficoltà è partita la campagna per poter licenziare.

La crisi morde, ma l ’ impression­e è che Confindust­ria sia più interessat­a a scaricare sulle casse pubbliche la riduzione del costo del lavoro via esuberi. Bonomi lo ha detto chiarament­e all’assemblea di Assolombar­da lunedì: “Riorganizz­are vuol dire ristruttur­are: vuol dire mandare qualcuno fuori dall’impresa perché non è più compatibil­e coi nuovi processi e assumere chi è necessitat­o”. Cioè lavoratori con meno tutele (senza l’articolo 18 eliminato dal Jobs act) e, per così dire, “necessitat­i” ad accettare salari più bassi. Per chi esce ci sono i sussidi di disoccupaz­ione. È questa la “ristruttur­azione” di cui parla Confindust­ria ed è lo scontro speculare a quello che Bonomi ha ingaggiato coi sindacati sui rinnovi contrattua­li, a cui non vuol concedere aumenti salariali. L’unica certezza è l’ep i l o go . Bonomi ha ammesso che dopo il 31 dicembre quel che verosimilm­ente avverrà sarà “un numero molto importante di licenziame­nti”.

L’OBIETTIVO FINALE

L’aumento dell’intensità dello scontro svela anche la seconda partita in campo. È probabile che l’andamento dell’epidemia costringer­à il governo a tornare sui suoi passi prorogando in parte il blocco. Ad ogni modo nella prossima manovra il capitolo imprese si annuncia come la parte più corposa. La proroga per un anno del taglio del 30% dei contributi dei lavoratori dipendenti dovuti dalle imprese del Sud vale 5-6 miliardi nel 2021, altrettant­o vale la torta degli incentivi alle imprese (cosiddetta “transizion­e 4.0”), a cui vanno aggiunti a 2-3 miliardi di sgravi sulle assunzioni. Sul fronte ammortizza­tori sociali, il governo ha intenzione di prorogare di altre 18 settimane la Cig Covid (estendendo pure il blocco dei licenziame­nti per chi la usa) con uno stanziamen­to di circa 5 miliardi: la cifra più o meno equivale ai risparmi che - salvo sorprese o nuovi lockdown - si registrera­nno sugli stanziamen­ti messi in campo finora (13 miliardi in totale).

In audizione sul dl Agosto Giuseppe Pisauro, presidente dell ’ Ufficio parlamenta­re di bilancio (una sorta di Autorità dei conti pubblici), aveva avvertito il governo di conservare sul capitolo ammortizza­tori sociali gli eventuali risparmi proprio per fronteggia­re gli aumenti di spesa in sussidi che saranno necessari dando alle imprese libertà di licenziare.

Senza i paletti ci aspettiamo un numero molto alto di licenziame­nti

Carlo Bonomi

 ??  ??
 ??  ??
 ?? FOTO ANSA ?? Verso gennaio Scade il blocco dei licenziame­nti. A lato, il vertice di Confindust­ria, Carlo Bonomi
FOTO ANSA Verso gennaio Scade il blocco dei licenziame­nti. A lato, il vertice di Confindust­ria, Carlo Bonomi

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy