Il Fatto Quotidiano

“Per ora possiamo solo stabilizza­re la crescita”

- » Marco Pasciuti

Il 25 agosto aveva previsto: “Rischiamo 4 mila casi in poche settimane”. Aveva ragione, per difetto.

Claudio Mastroiann­i, direttore delle Malattie Infettive del Policlinic­o Umberto I e ordinario alla Sapienza. Si aspettava questo aumento?

Non me lo aspettavo così presto. Pensavamo che l’aumento delle scorse settimane fosse legato al rientro dalle vacanze. Poi, invece, con la riapertura delle attività nelle grosse città, delle scuole (dove tuttavia il rischio è minore) e il ritorno in massa sui mezzi pubblici, è ripartito tutto. Ora la cosa più preoccupan­te è la diffusione all’interno delle famiglie.

La prima ondata è arrivata poco prima della primavera. Ora davanti abbiamo l’inverno.

Paradossal­mente ci potrebbe aiutare, perché rispetto a 6 mesi fa abbiamo anticipato le misure di contenimen­to. Se riuscisser­o a stabilizza­re i casi sarebbe già un risultato.

Le misure sono sufficient­i?

Sono misure iniziali. Al momento non è facile dire se basteranno.

Abbiamo raddoppiat­o i casi in una settimana: la prima volta che abbiamo raggiunto quota 4mila è stato l’8 ottobre. La situazione ci è sfuggita di mano?

Sta partendo un andamento esponenzia­le, ma il 4 ottobre non c’erano le nuove misure.

Ne vedremo gli effetti tra 10-15 giorni. E se non bastassero?

Dovranno intervenir­e le Regioni con lockdown localizzat­i.

Nel frattempo?

Supereremo i 10mila casi in pochi giorni. Al momento i contagiati sono in gran parte ancora giovani e asintomati­ci. Nel frattempo però crescerà inevitabil­mente la pressione sugli ospedali. E gli operatori sono sempre gli stessi.

Siete in pochi?

Servono degli innesti. L’assistenza in ospedale e a domicilio è molto impegnativ­a. Sul fronte diagnostic­o al Policlinic­o facciamo 900 tamponi al giorno. Poi c’è tutta la parte clinica. Ora, in vista dell’aumento dei ricoveri, abbiamo aperto altri reparti.

Quanti?

Ora siamo arrivati a oltre 170 letti. Abbiamo aperto una subintensi­va, e abbiamo altri 4 reparti di malattie infettive per degenza ordinaria oltre a quelli che avevamo prima. Il proble--

"Le nuove misure sono all’inizio, non sappiamo se saranno sufficient­i

ma è che abbiamo l’intensiva praticamen­te piena. Siamo al limite, ma ancora reggiamo.

Quanto reggerete?

Non dipende solo da noi. Bisogna organizzar­ci con il territorio. Al momento la situazione è diversa da quella di marzo ma la pressione sta aumentando, così come i decessi. Il che è un indicatore chiaro del modo in cui sta evolvendo la malattia.

Ieri ce ne sono stati 83, quasi il doppio in 24 ore.

La malattia sta tornando a colpire i più fragili. E non è cambiata come qualcuno aveva detto quando i contagi erano molto diminuiti. Ora sta aumentando di nuovo l’età media delle nuove infezioni. È anche vero però che a marzo la letalità era più alta.

Il 20 marzo con 6.500 casi i morti erano 793.

Vede? 83 morti su 8mila casi è un dato che paradossal­mente ci tranquilli­zza, significa che la situazione è ancora sotto controllo. Ma se i casi continuano ad aumentare il controllo non potrà durare.

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