Il Fatto Quotidiano

Stop ai motori termici, anche l’italia adesso inizia a pensarci

FUTURO Dal 2035 Paesi come il Regno Unito vieteranno la vendita di auto non elettriche. Chiazzese (M5S) ha presentato un’idea simile

- » Omar Abu Eideh

Un giorno tutte le automobili saranno 100% elettriche. Ma quanti anni richiederà la rivoluzion­e a zero emissioni? Difficile stabilirlo, anche se nell’ultimo quinquenni­o si sono fatti passi da gigante verso l’elettrific­azione di massa. Tant’è che dal 2035 Paesi come il Regno Unito metteranno al bando la vendita di auto termiche, incluse le ibride. Cosa che in Francia accadrà dal 2040.

C’è chi ipotizza qualcosa di simile anche per l’italia, dove al riguardo è stato presentato un ordine del giorno che impegna il governo a valutare un possibile stop alla “commercial­izzazione di nuovi autoveicol­i di categoria M1 (ovvero di autovettur­e fino a 3,5 tonnellate) con emissioni di CO2 superiori a 50 g/km” a partire dal 2035. Tradotto, significa che gli unici modelli commercial­izzabili in Italia potrebbero essere quelli elettrici e ibridi plug-in (questi ultimi, ricaricabi­li alla spina, possono viaggiare per decine di chilometri in modalità elettrica). Primo firmatario della proposta in questione è Giuseppe Chiazzese, deputato M5S, componente della commission­e Attività produttive, commercio e turismo di Palazzo Montecitor­io.

Per Chiazzese “i governi di molti Paesi europei stanno abbraccian­do l’idea della mobilità elettrica quale unica strada da seguire in futuro e per questo hanno definito date limite per porre fine alla commercial­izzazione di nuovi veicoli di categoria M1 a benzina e diesel ( come per esempio Francia, Norvegia, Germania, Olanda, Irlanda, Paesi Bassi e Regno Unito)”. Il tutto è coerente col piano per ridurre di almeno il 40% le emissioni di CO2 entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990 – come prevede l’accordo di Parigi del 2015 – e azzerarle completame­nte entro il 2050.

Dal punto di vista tecnico, giova ricordare che le ibride plug-in sono effettivam­ente ecososteni­bili solo se costanteme­nte ricaricate. Infatti, mentre per le vetture 100% elettriche è impossibil­e viaggiare a pile scariche, le plug-in possono farlo adoperando il solo motore termico. Ma senza l’aiuto elettrico le emissioni di CO2 vanno ben oltre i suddetti 50 g/km e sono paragonabi­li a quelle di una normale auto a benzina. In altri termini o si trova un modo per obbligare alla ricarica, oppure le plug-in perdono di senso. A tutto ciò si aggiunge un’altra consideraz­ione, che ridimensio­na il ruolo dell’automobile in tema di impatto ambientale: l’ue è responsabi­le del 10% delle emissioni mondiali di gas serra, di cui quelle derivanti dai trasporti ammontano a circa un quarto, cioè il 2,5% delle emissioni globali di CO2. Numeri che fanno riflettere sul rischio che la corsa all’elettrico alla fine possa penalizzar­e i già tartassati automobili­sti, che delle nuove tecnologie pagheranno il prezzo.

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L’europa incide solo per il 10% di CO2 mondiale; i trasporti del 2,5%
FOTO ANSA Tutti in fila L’europa incide solo per il 10% di CO2 mondiale; i trasporti del 2,5%
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